«Cara Unione,

nel crepuscolo della sera vedo tante sagome circondate da un alone col colore della pelle di diversi colori.
Mi avvicino piano piano e, guardando bene, vedo due personaggi che mi sembra di conoscere e dico: “Ma voi  chi siete?”. “Io mi chiamo Giuseppe, e lei Maria”, rispondono quasi come tremula preghiera. “Cerchiamo un riparo per la notte perché Maria, come vedi, è in dolce attesa”.
“Chi sono i vostri accompagnatori?”, chiedo allora.

"Gente che scappa dalle guerre e dalla fame, come noi”.

Preso da tenera compassione gli dico allora di una stalla di cui sono padrone perché di meglio non troveranno.
“Ma da dove arrivate?”, domando allora.
“Veniamo dall'Ucraina, altri dall'Africa col barcone. La nostra casa è distrutta, persino la falegnameria”. 
“Come siete venuti?”
“Con mezzi di passaggio, seguendo quella stella”. 
“Ma quanti siete?”
“Siamo in cento e forse più e non sappiamo dove andare”.
Arriva allora la polizia: “Non avete il permesso di entrare perché non c'è posto per ospitare”.
Allora rispodo che so io dove ospitarli.
“Ci pensa lei signor Francesco?”
“Certamente sì. Li metto dentro il mio presepio e sarò per il mondo esempio”. 
Con la capanna con Gesù che nasce, Dio che ci guarda da lassù.
E voi viandanti di passaggio, ammirate i personaggi, anche se con diversi linguaggi». 
Francesco Cau

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata