«Umiliata dal medico all’ecografia. Il motivo? Dopo una lunga attesa non ho trattenuto la pipì»
La disavventura di una lettrice in un centro medico sardoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Cara Unione,
ieri, giovedì 15 dicembre, mi sono sottoposta a un’ecografia all’addome in un centro sardo privato e convenzionato.
Premetto che, per accelerare i tempi, ho effettuato l’esame a pagamento. Mi presento, come confermatomi in fase di prenotazione, alle 16, e scopro che molte altre persone hanno l’esame fissato per lo stesso orario.
Mi rassegno, dunque, ad una lunga attesa. Che si protrae però oltre ogni aspettativa, con un problema: per un'ecografia all'addome mi è stato detto di presentarmi a vescica piena, e possibilmente dopo avere bevuto un litro d'acqua mezz’ora o un'ora prima della visita.
I tempi continuano ad allungarsi, e dopo un po’ non posso più fare a meno di usufruire della toilette.
Quando, alla fine, vengo chiamata dalla dottoressa, ecco allora che vengo trattata con arroganza e con tono secco e sbrigativo: “Non riesco a capire come non abbia potuto trattenersi fino all’orario della visita”.
Ma se l’orario è slittato, io cosa avrei mai dovuto fare?
Mi chiedo come sia possibile che noi sardi dobbiamo avere a che fare con questo tipo di sanità.
Grazie dell’attenzione».
Lettera firmata (*)
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