Cara Unione,

dopo aver letto e ascoltato tanto su quanto scritto da una mamma finlandese, ho sentito il bisogno di esprimere il mio libero pensiero.

Intanto penso che non sia costruttivo parlare della scuola Italiana come una scuola all'avanguardia a livello europeo, partire con delle crociate contro una mamma che ha espresso un parere (del resto siamo in una democrazia e la caccia alle streghe è finita da più di un secolo). Penso non sia costruttivo illuderci che la nostra scuola sia veramente a dimensione dei nostri figli, che gli insegnanti siano tutti bravissimi e all'altezza delle sfide che questa epoca ci impone. No, mi dispiace ma credo che si manchi di obiettività.

I miei figli hanno finito la scuola dell'obbligo: io e mio marito (ma anche loro) siamo usciti delusi e amareggiati da questi lunghissimi 13 anni di percorso formativo, che se aggiungiamo i tre anni di scuola materna diventano 16.

Durante questo cammino ho incontrato diversi insegnanti veramente illuminati dei quali ricordo ancora i nomi e cognomi, ma ancora troppo pochi per poter generalizzare. Forse sono stata sfortunata? Forse, ma non credo alla sfortuna.

Vi racconto alcuni fatti salienti:

Scuola materna: mio figlio, bambino esuberante, per scelta dell'insegnante viene isolato ed estromesso dalle attività di gruppo con gli altri bambini. Lui regredisce quindi decidiamo di cambiare scuola: problema risolto, recite e feste si susseguono senza problemi per i due anni seguenti.

Elementari: dopo due anni in cui ci è stato detto che mio figlio non riusciva a imparare a leggere e a scrivere lo abbiamo cambiato di classe, problema risolto grazie alla seconda persona illuminata che abbiamo incontrato.

Medie: inizio di un percorso presso specialisti privati per capire capire se il bambino fosse "iperattivo". In ogni caso scopriamo che era stato inserito in una classe dove molti erano dislessici, discalculi, disgrafici e ADHD. Un delirio. Io oggi la definisco una classe ghetto.

Suoeriori: inizio di un percorso diagnostico, che dura un anno, presso la neuropsichiatria infantile. Finalmente abbiamo una diagnosi medica di ADHD.

Per la scuola, per gli insegnanti, mio figlio era un fannullone che guardava sempre fuori dalla finestra. Niente piano didattico personalizzato, anzi qualcuno ci ha detto che «i medici non si devono occupare di didattica, che come si insegna lo sappiamo noi». Nonostante tutto anche alle superiori abbiamo incontrato qualche insegnante illuminato che ci ha aiutato e sostenuto portando avanti le nostre istanze, anche di loro ho ben presenti i visi e i nomi. Ricordo tante lettere scritte, diversi consigli di classe in cui siamo stati umiliati, ma non abbiamo mai mollato. Abbiamo speso soldi, tempo e tanta pazienza ma i miei figli si sono diplomati nella scuola pubblica e ora sono iscritti all'università.

Se ci sentiamo solo offesi da certe affermazioni e non cerchiamo di capirne la causa, non andremo mai avanti. Le critiche devono essere un momento per fermarci a pensare e capire come possiamo fare per migliorarci.

Paola

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