«Cara Unione,

circa un mese fa il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, annunciò una mozione, che si sarebbe dovuta discutere in consiglio dopo le elezioni regionali, che proponeva di intitolare una passeggiata a Gigi Riva e di realizzare un monumento in sua memoria. Il sindaco scrisse anche, provocando la delusione di molti, che non si sarebbe presa in considerazione l'idea di sostituire la statua di Carlo Felice con quella di Rombo di Tuono adducendo come scusa una presunta indispensabilità (non si sa su quali basi) del campione a sostituirsi a Carlo Felice. 

Probabilmente è vero che Gigi Riva non amava la ribalta, ma quando era in campo i suoi spazi se li prendeva; ma il problema è un altro: il problema è che il monumento a Gigi Riva non è per lui, è per noi Sardi.

Lui adesso, come ha detto il Vescovo Baturi al suo funerale, tende con le braccia alzate a una Gloria ben maggiore di quella che possiamo dargli noi con una statua. Noi invece abbiamo bisogno di quella statua: come hanno detto molti, abbiamo bisogno di quell'eroe che ha rappresentato un’epoca e un momento di riscatto, di quell'eroe semplice, scelto dalla gente e non imposto dal potere.

Sostituire la sua statua a quella di Carlo Felice avrebbe un valore immenso, avrebbe il valore di cento "Dies de sa Sardigna", significherebbe fare i conti con la nostra storia e le nostre ferite; significherebbe dare spazio a chi è venuto nel rispetto e ci ha apprezzato, scoperto amato e toglierlo a chi rappresenta coloro che sono venuti a giudicare a correggere a sottomettere, distruggere. Sarebbe celebrare chi ha combattuto contro i pregiudizi.

Non si tratta di sobillare un odio postumo, si tratta di celebrare quella che dovrebbe essere la giusta relazione fra popoli e culture in ogni tempo e luogo».

Angelo Boi

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