M entre si litiga (Lilli Gruber dà dell’incontinente a Mentana perché il suo tg “sborda” l’orario, Chicco le dà dell’ignorante), a La7 c’è chi non lascia. Contrariamente a Mentana, forse in partenza per il Nove, Corrado Formigli raddoppia con “100 minuti”, rinforzino a una “Piazza pulita” dalla formula logora.

Tornano le inchieste, per le quali i giornalisti tv abdicano a favore di programmi come “Le Iene” o “Report”, con tutti i meriti e i limiti di entrambi e sono tanti: gli uni e gli altri.

Lunedì “100 minuti” ha parlato, anzi sparlato, di Sanità pubblica, fiore all’occhiello italico che si è smesso di innaffiare, seccandolo. Meraviglioso il nuovo reparto con macchinari all’avanguardia nell’ospedale di Reggio Calabria, ma non ci sono medici da metterci dentro. È così quasi ovunque: colpa del numero chiuso nelle facoltà di Medicina, degli stipendi bassi e dei primari-baroni che spingono verso il privato o all’estero, della disorganizzazione, delle ruberie anche sugli aghi, del carico eccessivo di lavoro.

Lo Stato crea le condizioni per privatizzare istruzione e sanità pubbliche, semplicemente impedendo loro di lavorare. Chi non emigra si specializza in chirurgia estetica, nel creare caricature di ciò che si era prima, e a prezzi stellari. Se invece il problema è un tumore in un paziente povero, la Tac è un miraggio. Tutta salute. Che se ne va.

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