C i sono cose che fanno impressione: per esempio Danilo Toninelli. Che non è una semplice cosa, bensì una cosa animata. Un personaggio mitico come quelli dei cartoni di Walt Disney. L’ex ministro del governo gialloverde, evaso dal firmamento Cinque Stelle dove brillava a intermittenza, si è allontanato, a suo dire, anche dalla politica attiva. Di cui, però, pare avere nostalgia. In un’intervista di alcuni giorni fa ha imbastito un mix di attacchi politici contro il Pd e accuse personali contro Elly Schlein: «Quando la sento parlare di codice etico e codice di legalità la vorrei mandare a quel paese». L’intervistatore non gli ha chiesto di motivare la sua drastica condanna né di svelare dove, secondo lui, si trovi “quel paese”. Che nell’immaginario del suo ex condottiero Beppe Grillo è anatomicamente ben localizzato. Lascia però intendere, il desso, che la segretaria del Pd non può parlare di etica e legalità perché nasconde nell’armadio scheletri, che solo lui conosce. É probabile però che Toninelli abbia parlato a vanvera, come spesso gli accadeva quando era ministro dei Trasporti. E che abbia voluto dare una mano al Conte Giuseppe nella demolizione del simulacro di Elly, ormai svelto dal piedistallo su cui con discussi artifici elettronici era stato eretto. Si chiama “calcio dell’asino” quello sferrato al leone (o alla leonessa) morente.

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