Is culurgiones de mendula: dolce tipico del carnevale sardo
I segreti per la preparazione svelati da Pietro Marras del ristorante “Il Rifugio dei Peccatori” di La MaddalenaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Protagonista tra le ricette sarde di fine gennaio-inizio febbraio c’è un dolce tipico, presente di diritto nell’elenco dei piatti tradizionali del Carnevale della Sardegna: is culurgiones de mendula.
A svelarne i segreti è Pietro Marras, del ristorante “Il Rifugio dei Peccatori” di La Maddalena. «Io presenzio durante la preparazione dei culurgiones nel ristorante di mio figlio Massimiliano: portano avanti la tradizione e devo dire, piacciono un po’ a tutti».
INGREDIENTI PER LA PASTA - «Per l’impasto la mia ricetta è quella semplice, che si faceva una volta, anticamente con le cose più semplici che si avevano in casa. Occorrono tre cucchiai di scorza di arancia essiccata; ricordiamo che la scorza di arancia si appendeva ai caminetti per farla asciugare, la si macinava e poi veniva usata per preparare i dolci.
Si usano 200 grammi di farina 00. 300 grammi di semola rimacinata, da mischiare alla farina, un cucchiaino di sale, 30/40 grammi di strutto, 50 grammi di acqua tiepida. E 15/20 grammi di acqua fiordarancio per conferire il profumo».
INGREDIENTI PER IL RIPIENO - «Due cucchiai di zucchero a velo, 300 grammi di mandorle pelate e tostate non troppo, ma al punto giusto per poterle poi macinare senza sfarinarle. Due cucchiaini di miele nostrano millefiori. Scorza di arancia e limone e possibilmente anche il succo del limone, un bicchiere di acqua ardente oppure un buon cognac, l’importante è che non sia troppo forte».
PREPARAZIONE DELLA SFOGLIA - «La sfoglia non deve essere molto grossa, circa un millimetro e mezzo. Con le nuove macchine per la pasta si porta al numero 4. Si lascia riposare l'impasto un’oretta in frigorifero, coperto, non perché lieviti ma affinché diventi liscio e non si formino i grumi».
PREPARAZIONE DEL RIPIENO - «Dopo circa mezz'ora si prepara il ripieno: tutti gli ingredienti si fanno addensare lentamente sul fuoco e a quel punto si aggiunge il succo di limone per fare in modo che tutto si rapprenda. Poi si fa la sfoglia e si riempie con un cucchiaino del ripieno prodotto e la si chiude. L’ideale sarebbe friggerla con lo strutto, perché rimane più leggera, simile quasi a una seadas. Dopo la cottura si aggiunge un filino di miele con i diavoletti o lo zucchero a velo».
CURIOSITÀ - «Ho 73 anni – racconta Marras – e quando ho imparato a farli con mia madre, mia nonna e le mie sorelle maggiori ne avevo 7-8 anni. Ricordo che mi facevano alzare la mattina presto alle 4 per infornare il pane, perché allora il forno era lungo la strada e quindi infornavamo il pane per tutta la settimana e ne approfittavamo per infornare i dolci. A volte i dolci venivano anche infornati, non solo fritti. Si aggiungeva un po’ di ricotta e di zucchero al ripieno e si mischiava il tutto, e si friggevano. Quando venivano infornati, non bisognava tenerli nel forno per troppo tempo, altrimenti diventavano duri. Allora si faceva tutto a mano: ricordo che le mani di mia nonna ne portavano i segni. Mentre oggi si chiudono a spiga, allora si usava un taglierino, era più veloce».
«Questo dolce – aggiunge Marras - ancora oggi si prepara soprattutto nel periodo di carnevale e nelle occasioni speciali come i matrimoni: erano i dolci più semplici perché le materie prime erano solo: mandorle, semola, farina e miele. Ma erano anche i più genuini e più buoni. Come variante, si può aggiungere la ricotta di pecora con un pochino di zucchero e mischiare poi le mandorle: le mandorle devono essere a listelli, più che tritate. Vanno tagliate fini con un coltello in modo che rimangano grossolane. Nei culurgiones con la ricotta bisogna aggiungere due uova al ripieno, insieme alla ricotta e allo zucchero a velo. Il resto del procedimento è uguale».