Eppure, questa volta, non ci convince.

E allora siamo andati a guardarci "La favorita" di Yorgos Lanthimos.

Disse il regista quando, nel 2015, il film arrivò in sala: "Senza Olivia Colman non lo avrei potuto fare". Vero. Assolutamente. Vero. Tanto che nel giro di un paio di mesi questa attrice non bella e non famosa, quarantacinque anni portati così così, labbra strette, gambe tozze, vinse l'Oscar, il Bafta e la Coppa Volpi. "La mia paura più grande è ancora quella di non trovare un lavoro", dirà, poi, abbassando gli occhi, con quel fare da maestrina elementare che sarebbe voluta diventare (studiò alla Norwich High School for Girls, nel Norfolk, figlia di un geometra e di un'infermiera).

(frame dal video)
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LA STORIA, FORSE - La sua regina Anna beveva brandy e allevava conigli, diciassette, uno per ogni figlio perso tra sangue e preghiere. Era ignorante, sporca, capricciosa, insicura. La gotta la tormentava. La sindrome di Hughes, di cui soffriva, da bambina, tra aneurismi e trombosi, la terrorizzava. Cadde, e qui Yorgos Lanthimos costruisce il suo filmone, in un vortice di perversa ambiguità con la sua favorita e con la cugina della sua favorita. Storicamente falso o, comunque, non riportato in nessun testo. Se è vero che Sarah Churchill tendò di ricattare la regina d'Inghilterra minacciando di diffondere le lettere che potevano alludere a una relazione amorosa con Abigail Masham, è anche vero che gli storici tendono a screditare l'ipotesi di questo impudico, quanto consueto alla corte di Giorgio I, ménage à trois.

Claire Foy in "The crown 1 e 2" (frame dal video)
Claire Foy in "The crown 1 e 2" (frame dal video)
Claire Foy in "The crown 1 e 2" (frame dal video)

DA VEDERE - Ma Olivia Colman, qui, in questo film, è così giusta che, per un anno intero di festival e proiezioni, gli applausi furono tutti per lei (Rachel Weisz è Sarah Churchill, Emma Stone è Abigail Masham). Conquistò anche noi. Tanto che, nei mesi a seguire, siamo andati a cercarla un po' ovunque, tra cinema e tv. "Confetti" di Debbie Isitt, "A Royal Weekend" di Roger Michell, "The Lobster" ancora di Yorgos Lanthimos, "Assassinio sull'Orient Express" di Kenneth Branagh. Nel 2011, in "The Iron Lady" di Phyllida Lloyd è Carol Thatcher, figlia dell'ex primo ministro britannico Margaret e di suo marito sir Denis.

"La favorita" (frame da video)
"La favorita" (frame da video)
"La favorita" (frame da video)

DI NUOVO A BUCKINGHAM PALACE - Curioso, il destino. Perché un paio di anni dopo Olivia Colman torna, cinematograficamente parlando, tra Buckingham Palace e il numero 10 di Downing Street. Olivia Colman è Elisabetta II, regina del Regno Unito di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord, nella terza stagione di "The Crown". Noi, popolo delle notti di Netflix, la aspettavamo. Perché le prime stagioni, ammettiamolo, sono una bomba. Scritta dal drammaturgo Peter Morgan, "The Crown" racconta la storia della regina Elisabetta II dal suo matrimonio nel 1947 ai giorni nostri.

"La favorita" (frame da video)
"La favorita" (frame da video)
"La favorita" (frame da video)

CLAIRE FOY, STREPITOSA - E allora nelle prime due serie, dieci puntate ciascuna, è Claire Foy a interpretare la giovane sovrana. E Claire Foy è bravissima. Regale nella sua innocenza, maestosa nella sua paura: poi forte, sicura, decisa quando, il 2 giugno del 1953, al grido di "God Save the Queen!", l'arcivescovo di Canterbury la incoronò regina di Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Ceylon e Pakistan. E poi, con quei tailleurini rosa cipria, azzurro pietra di fiume, verde acquamarina; la borsa di pelle bianca all'avambraccio; il mezzo tacco ai piedi; e poi: è deliziosa.

Ancora l'attrice sul set del film (frame da video)
Ancora l'attrice sul set del film (frame da video)
Ancora l'attrice sul set del film (frame da video)

OLIVIA COLMAN, PERCHÉ? - Così, quando abbiamo saputo del cambio in corsa (causa età: nella terza stagione, tra i '70 e gli '80, la sovrana è una donna già matura) e che nella terza serie la regina Elisabetta II sarebbe stata interpretata da Olivia Colman, abbiamo pensato e va bene, non siamo caduti male. Così ce la siamo guardata tutta, puntata dopo puntata, in una settimana neanche. La serie, la terza serie, è altissima. Per scrittura, per caratterizzazione, per scenografia, per trama. Per tutto. Tobias Menzies è un inquieto, elegantissimo, colto, raffinato principe Filippo. Josh O'Connor è un dolente, tormentato, sensibile, rigoroso principe Carlo.

Eppure, questa volta, Olivia Colman non ci convince. È una piccola regina che sembra lasciarsi andare alla storia e al primo ministro, chiusa nel suo salottino, con le sue perle al collo, il suo cagnetto sulle ginocchia. Impenetrabile ma senza essere magnifica, silenziosa ma senza essere mostruosa. La frana di Aberfan la travolge. L'uomo sulla Luna la stravolge, lì, seduta davanti alla tv, mentre liscia con le mani le pieghe della gonna. Intorno a lei un mondo che inizia ad andare veloce sembra muoversi senza aspettarla. Sappiamo che non è così. E certo, sappiamo anche che questo è un film, è solo un film, e la vita vera è un'altra cosa. Ma una Helen Mirren, una Kate Winslet, una una Judi Dench, una Cate Blanchett, una Tilda Swinton avrebbero dato a un personaggio così immenso quel senso di eterno che, invece, ora manca.
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