"Il governo consenta alla Sardegna di riaprire le scuole di lingua e cultura italiana nella nostra regione, sono un volano per il turismo. La cancellazione delle prenotazioni dei corsi, dovuti ai blocchi, stanno creando grossi problemi e ingenti perdite". Questo l'appello della senatrice sarda Lina Lunesu (Lega) che, con un'interrogazione diretta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha richiamato l'attenzione del governo sulla richiesta sostenuta dal collega di partito Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura del Senato, e da altri senatori della Lega. Il turismo culturale, spiega il gruppo nell'istanza all'esecutivo, alimenta un vasto indotto in molti settori diversi: "Chi frequenta le lezioni prende in affitto appartamenti, prenota alberghi, frequenta ristoranti, fa spese nei negozi, visita musei, noleggia auto" e quindi "interrompere questa filiera crea enorme danno" all'economia sarda, spiegano. "La cancellazione delle prenotazioni, oltre agli incassi mancati, obbliga molto spesso gli operatori a sostenere comunque le spese di affitto o per le utenze" fanno presente i senatori, sottolineando come in altre regioni, ad esempio l'Emilia Romagna, "si sia consentito a queste scuole di riaprire, in Sardegna no”. Per questo, la Lega chiede al governo "equità e buon senso": "Si potrà ripartire solo liberando il lavoro e sciogliendo regole assurde che creano solo danno ai nostri territori".

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