Le misure di contenimento messe in atto dal governo per fermare l’epidemia di Covid-19 hanno rallentato, oltre che l’attività parlamentare l’economia del Paese; tra i settori più colpiti, il turismo, che pesa l’8% sui 33 miliardi del Pil sardo. A farsi portavoce in Parlamento dell’allarme di agenzie di viaggio e operatori turistici con un’interrogazione, il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda che ha chiesto al governo di tener conto, nel decreto legge che potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri di domani, delle specifiche difficoltà di questo settore. “Invito tutti sardi - ha poi aggiunto - a trascorrere le vacanze estive in Sardegna per far ripartire le nostre strutture”.

“Questo è il dopoguerra della nostra generazione e richiede una vera e propria ricostruzione”, secondo il deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, che ha suggerito “una drastica riduzione delle tasse per favorire la crescita dei consumi, che incrementerebbe produzioni e investimenti”. In Sardegna questa misura si tradurrebbe in “zona franca integrale, l’unico strumento che in breve tempo può colmare il divario insulare”. Essenziale poi “un grande piano delle infrastrutture, ancor di più ora perché può rappresentare un altro acceleratore dell’economia da fare a tutti i costi”. Non più rimandabile nemmeno “una rivoluzione dei trasporti”, vista anche la fermata di Tirrenia.

Secondo la senatrice della Lega Lina Lunesu, il nazionalismo è oggi “fondamentale”: “Basta vacanze all’estero, l’Italia è bellissima, la nostra isola anche. Il governo garantisca misure perché gli italiani facciano vacanze locali”. Bisogna comunque, secondo l’esponente del Carroccio, adottare misure sanitarie restrittive a tutela della popolazione. Un passaggio la Lunesu lo ha dedicato al decreto legge CuraItalia - in commissione Bilancio del Senato, martedì si voteranno gli emendamenti, mercoledì il testo è atteso in Aula per poi passare alla Camera -, auspicando l’approvazione delle proposte della Lega per incentivare la tecnologia per la didattica da casa, abolire plastic tax e sugar tax, assicurare i rimborsi della sanificazione al volontariato e garantire dispositivi di protezione agli anziani.

L’invito del deputato dem Andrea Frailis è quello di “riaprire il prima possibile” non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, ma “è chiaro che in questa circostanza straordinaria navighiamo a vista e non possiamo che esprimere posizioni personali”. Secondo il parlamentare, in Sardegna “l’industria delle vacanze è forte ma la monocultura del turismo è da evitare, c’è bisogno di un’industria eco-sostenibile, altrimenti l’economia sarda è destinata a fallire”. E per ripensare la propria economia, alla Regione serve “il sostegno del governo e dell’Unione europea” perché la Sardegna e l’Italia hanno futuro solo nel contesto europeo, ha concluso.

Quanto ai senatori del Movimento 5 stelle Gianni Marilotti ed Emiliano Fenu, hanno entrambi suggerito di dare ossigeno al turismo con un’iniezione di liquidità. “Più che interventi di progettazione, in questa fase - secondo Marilotti - c’è bisogno di contenere derive come cassa integrazione, licenziamenti, chiusura delle attività”. Bisogna “immettere liquidità e contemporaneamente porre le condizioni per rilanciare Made in Sardinia”, ha aggiunto il senatore. Fenu ha prospettato soluzioni forse presenti già nel decreto-legge atteso domani: “Il ristoro sul calo del fatturato - ha anticipato il 5S - può aiutare indistintamente tutte le strutture ricettive, dai grandi alberghi fino a quelli a conduzione familiare proprietari dello stabile”. Inoltre, ha avvisato, nel testo potrebbe essere esteso agli alberghi il “bonus affitti”.

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