In Aula (del Senato) come a scuola: le dinamiche di gruppo tipiche delle elementari sono ben radicate nell’animo umano, tanto da ripresentarsi anche nelle occasioni nelle quali sarebbe d’obbligo un comportamento da “adulti”. Ecco uno stralcio del dibattito di mercoledì scorso, quando l’Assemblea di palazzo Madama ha concesso l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per la vicenda della nave Gregoretti. Il segretario del Carroccio è irritato per il brusio: “Chi borbotta non ha un figlio che stamattina ha inviato il messaggio: Forza papà”. Marco Pellegrini dei 5S commenta, dai banchi della Lega si leva un coro: “Vergognatevi!”. “Ricordo il titolo di un quotidiano”, continua il segretario, “cancellare Salvini. E ricordo che mia figlia la sera mi ha detto...”. “Ma lascia stare i bambini!” gli grida il dem Franco Mirabelli. “E io a dire: no, scherzavano”, continua Salvini, “Mirta, guarda che nessuno vuole cancellare il papà. Però sono orgoglioso di essere diverso. Pieno di difetti, però tra i difetti non c'è quello di avere paura. Se avessi rubato qualcosa, avrei paura (...)”. E Barbara Lezzi (M5S): “Citofonato!”. Seguono ilarità. Ancora il segretario: “Posso dire che mi fanno pena quelli che ridono in un momento come questo?”. Il dibattito si sposta sui vitalizi e sui parlamentari che non fanno “un accidente dalla mattina alla sera”. Gran finale, Vasco Errani (LeU) richiama l’attenzione della “maestra”: “Presidente, ci ha detto che non facciamo niente!”.

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