Organismi di vigilanza ad hoc per far luce sui finti dottorati, usati dai dipendenti pubblici per percepire un congedo straordinario: è la richiesta del senatore sardo del Movimento 5 stelle Gianni Marilotti che, in un'interrogazione presentata lunedì al Senato al ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha denunciato al governo una nuova pagina dell'assenteismo della pubblica amministrazione italiana.

La materia in questione è disciplinata, si legge nell'interrogazione, da una legge del 2001 (la n. 448 del 28/12) nella quale si legge che "in caso di ammissione a corsi di dottorato di ricerca senza borse di studio o di rinuncia a questa, l'interessato in aspettativa conserva il trattamento economico, previdenziale di quiescenza in godimento da parte dell'amministrazione pubblica presso la quale è instaurato un rapporto di lavoro": in altre parole, i dipendenti pubblici che ottengono una borsa di studio per la frequenza di un dottorato non possono cumulare questo assegno con il congedo, mentre chi non la ottiene può continuare a precepire il trattamento economico e la previdenza che riceveva durante il normale rapporto di lavoro. La legge si preoccupa inoltre di creare un legame ancora più stretto fra pubblico impiego e il corso di studio post laurea: è previsto infatti che il dipendente resti per almeno i due anni successivi dal conseguimento del titolo di dottorato nel posto di lavoro che aveva lasciato per motivi di studio, in modo da mettere a frutto le conoscenze acquisite e creare valore aggiunto per l'amministrazione che lo assume.

Un sistema apparentemente corretto ma che, denuncia Marilotti, potrebbe nascondere delle incongruenze. L'inganno avrebbe luogo nei programmi di dottorato all'estero che spesso non richiedono la presenza in aula, erogano lezioni per via telematica, non hanno test di accesso, e per la conclusione del titolo richiedono solo la consegna della tesi finale. Corsi "fittizi" dunque, secondo Marilotti, promossi e sponsorizzati "non tanto per garantire un'adeguata esperienza formativa, quanto per garantire agli iscritti i tre anni di congedo retribuito". Realtà da cui derivano, conclude il senatore, abusi di diritto e soprattutto danni erariali, e per cui si chiede al governo un intervento tramite l'attivazione di organismi di vigilanza dedicati appositamente a questo fenomeno.
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