Come si deve affrontare un tumore allo stomaco? Esistono strategie specifiche?

Caratteristiche peculiari delle neoplasie sono la eterogeneità cellulare e l'evolutività delle mutazioni genetiche nel corso della storia naturale della malattia quale conseguenza, almeno in parte, delle pressioni selettive esercitate dall'ambiente e dai trattamenti oncologici. Le strategie attraverso le quali è oggi possibile affrontare questa complessità con l'obiettivo di curare singoli sottogruppi di pazienti possono essere sintetizzate attraverso due termini: multidisciplinarietà e medicina basata sull'evidenza. Gli strumenti attraverso i quali è possibile declinarli sono certamente rappresentati dalle reti oncologiche, dai PDTA regionali e dai team multidisciplinari. Per ottenere i migliori risultati terapeutici il primo passaggio è rappresentato dalla conoscenza sempre maggiore delle caratteristiche molecolari delle neoplasie con l'obiettivo di identificare terapie personalizzate per sottogruppi di pazienti. Poi occorre formazione degli specialisti delle singole discipline. Appare sempre più evidente come, per affrontare la complessità, sia necessario il "perfezionamento" delle conoscenze dei singoli specialisti in specifici settori sia diagnostici che terapeutici. Il terzo passaggio è rappresentato dalla capacità di garantire la presa in carico globale del paziente e della neoplasia dalla quale è affetto nei quattro momenti fondamentali: diagnosi, terapia, follow up e palliazione. Il quarto passaggio riguarda la possibilità di offrire al paziente non solo le migliori opzioni terapeutiche disponibili nella pratica clinica. I pazienti con tumori gastrointestinali hanno necessità anche di terapie di supporto sin dalle fasi precoci della loro malattia in quanto in grado di migliorarne sia la sopravvivenza sia la qualità della loro vita. Le Associazioni dei pazienti hanno un ruolo determinante. Occorre implementare la collaborazione con i medici di medicina generale.

Nicola Silvestris, oncologo
© Riproduzione riservata