I super batteri resistenti ai farmaci rappresentano in Europa un pericolo sempre più grave, e soprattutto per i più fragili, come i neonati.

A lanciare l'allarme, in occasione della World Antibiotic Awareness Week in programma dal 12 al 18 novembre, è la Società italiana di neonatologia (Sin).

"Ci troviamo di fronte a una minaccia grave per la salute mondiale", spiegano gli esperti. Alla base della crescente preoccupazione sono i numeri: i batteri antibiotico-resistenti uccidono ogni anno nel Vecchio continente circa 30mila persone, delle quali un terzo italiane, con una perdita economica, fra spese sanitarie e perdita di produttività, di circa 1,5 miliardi di euro.

Nel nostro Paese, in particolare, il consumo di antibiotici è molto elevato: siamo al quinto posto in Europa e le percentuali di antibiotico-resistenza sono fra le più alte.

I neonati, spiegano gli esperti della Sin, "sono biologicamente suscettibili alle infezioni perché l'immaturità del loro sistema immunitario li rende vulnerabili all'attacco di batteri: il 40% dei 3 milioni di decessi neonatali ogni anno nel mondo è dovuto a infezioni. Se poi il neonato nasce prima del termine la situazione si complica. I neonati pretermine associano all'immaturità biologica la necessità di procedure e terapie molto invasive, che favoriscono l'ingresso di germi responsabili di infezioni ospedaliere generalizzate, molto gravi. Nelle Terapie intensive neonatali, quindi, l'impiego di antibiotici come terapia o come prevenzione è abituale, per salvare la vita del neonato".

I dati di sorveglianza sulle resistenze batteriche fra i neonati sono attualmente limitati a singoli Centri di assistenza o a singole Regioni, ma la percezione attuale è che batteri Gram Negativi come Klebsiella e Escherichia coli stanno emergendo quali responsabili di un terzo dei casi di infezione generalizzata. Nel 18% dei casi l'infezione è provocata da batteri resistenti, e la mortalità è doppia di quella dovuta a germi non selezionati (circa il 20% contro il 10%).

Tra le priorità della Società italiana di neonatologia del prossimo triennio, dunque, un fermo impegno nel fornire ai medici che si occupano dei più piccoli sia in ospedale sia sul territorio gli strumenti per un

utilizzo il più possibile corretto degli antibiotici, sulla base delle più aggiornate evidenze scientifiche fornite dalla letteratura internazionale.

(Unioneonline/v.l.)
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