Il Movimento 5 Stelle sta cercando i numeri per raggiungere la maggioranza in Parlamento attraverso un dialogo ad ampio raggio sul programma. E non disdegna un'apertura al Partito democratico, ma "derenzizzato".

È quanto emerge da fonti autorevoli a 5 Stelle: il piano però è certamente guastato dall'addio posticipato di Renzi, che rende difficile una trattativa. Primo, perché per i 5 Stelle, che l'hanno sempre pesantemente criticato, sarebbe un danno di immagine. Secondo, perché dal Nazareno arriva un netto "no, grazie" a qualsiasi ipotesi di appoggio esterno a un esecutivo grillino.

Il Pd, ha detto ieri Renzi, non farà da "stampella" a chi fino a ieri "ci ha insultato per anni" e rappresenta "l'opposto dei nostri valori": "Sono anti-europeisti, anti-politici, hanno usato un linguaggio di odio", ha detto il segretario Pd, mettendo insieme Cinquestelle e destre. Anche oggi, con un duro post su Facebook, ha puntato il dito contro quelli del suo partito disposti a dialogare con i grillini: "Vogliono farlo? Lo dicano chiaramente in direzione. Per me è un clamoroso e tragico errore".

"Il Pd ormai è già senza Renzi", ha commentato l'ormai semplice militante Alessandro Di Battista, molto critico con l'ex premier: "Pur di non dimettersi è disposto a frantumare quel che resta del Pd. A questo personaggio non basta mai la lezione, è sempre arrogante, non ha chiesto scusa". Comunque, dice, "la nostra linea non cambia: dialoghiamo con tutti". E le trattative, come ripetuto da Di Maio, saranno alla luce del sole e senza scambi di poltrone.

Gli scenari di base restano due: M5S più Lega o M5S più Pd (senza Renzi) più LeU; gli unici capaci di garantire quella percentuale del 27,8% necessaria per arrivare alla maggioranza a partire dal 32,2% di preferenze incassate dai pentastellati alle elezioni.

La prima, stando a quanto emerge, è quella meno auspicata da M5S: con "il cappotto" fatto al Sud, una comunione di intenti con la Lega non sarebbe comprensibile dall'elettorato grillino meridionale e neppure da una parte interna ai Cinquestelle.

(Unioneonline/D)

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