Per la stesura del Recovery Plan il ministero dell'Economia si avvarrà della consulenza della multinazionale Usa McKinsey.

Lo riportano La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. Il governo avrebbe optato per questa decisione per via dei tempi strettissimi a disposizione prima di presentare il piano all'Europa.

La collaborazione, si legge, sarà "esclusivamente tecnica", con McKinsey "si dovranno valutare i costi e l'impatto dei diversi progetti". Il Mef ha anche chiesto alla società di esaminare "eventuali progetti già realizzati in altri Paesi".

Il ministero ha precisato che la società non sarà coinvolta nella definizione dei progetti del Recovery, e che la gestione del piano sarà in mano ai ministeri.

POLEMICHE - La vicenda ha comunque dato il via alle prime vere polemiche politiche contro il governo Draghi.

"Così non va, si umiliano le competenze delle pubbliche amministrazioni, intervenga il Parlamento", attacca Stefano Fassina (LeU). Anche l'ex ministro dem Francesco Boccia parla di una notizia "grave, con tutto il rispetto per McKinsey".

"'La governance del Recovery Plan è incardinata nel ministero dell'Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei ministeri competenti' aveva detto Draghi al Senato. Se lo schema è cambiato, va comunicato e motivato al Parlamento", twitta il senatore Pd Antonio Misiani.

All'attacco anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: "Cose succede a Palazzo Chigi? E' vero che ad occuparsi del Recovery Plan sono dei tecnici esterni di una società di consulenza chiamati in gran segreto? Con quale mandato? Il governo precedente è stato lapidato sulla governance che espropriava il Parlamento, la cosa sarebbe piuttosto grave. Presenterò un'interrogazione parlamentare".

Difende la decisione invece Carlo Calenda, leader di Azione: "I consulenti Mckinsey o altro si usano per scrivere piani strategici straordinari. Quando hai bisogno di elaborazioni veloci e verifica di fattibilità sui progetti, ma se la guida rimane saldamente nelle mani dei ministri non vedo alcun problema. No a polemiche inutili".

"Il Mef ha evidenziato in una nota che la società McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l'amministrazione nell'ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso, non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr. Prendiamo atto ma, come abbiamo sempre sostenuto, sottolineiamo la necessità che il Parlamento e le articolazioni dello Stato siano centrali nella predisposizione del piano. Infatti, l'Italia è l'unico Paese che ha previsto un coinvolgimento costante delle Camere. Ci aspettiamo chiarezza e per questo depositeremo nelle prossime ore un'interrogazione parlamentare che faccia piena luce sulla vicenda e consenta al governo di dissipare ogni dubbio", si legge in una nota del Movimento 5 Stelle.

(Unioneonline/L)
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