Non c'è ancora l'accordo di governo sulla manovra, a poche ore dal Consiglio dei ministri di questo pomeriggio per l'approvazione della nota di aggiornamento al Def propedeutica alla legge di bilancio.

Dopo quattro ore di vertice notturno, la riunione convocata dal premier Giuseppe Conte - al tavolo il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, i capi delegazione Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova e il sottosegretario Riccardo Fraccaro - si è conclusa con un nulla di fatto.

"Ci sono ancora molte ipotesi in campo", spiega una fonte.

Il nodo più spinoso è quello dell'Iva, che divide profondamente gli alleati di governo. Da un lato Di Maio, che dice no ad ogni aumento, e Matteo Renzi, che assicura che farà "tutto il possibile" per evitarli. Dall'altro le rassicurazioni in tv di Gualtieri: non c'è niente di deciso, dice, e alcune aliquote saranno abbassate.

La discussione è decisiva perché i ritocchi servirebbero a reperire risorse per coprire le misure, ferma restando l'intenzione di Gualtieri di non andare oltre il 2,2% di deficit. Ma nella maggioranza non solo M5S ma anche Iv e parte del Pd spingono per alzare l'asticella portando il deficit almeno al 2,3%.

"L'Iva non può aumentare, né nell'aliquota minima, né nell'intermedia, né in quelle più alte", afferma Di Maio. "Se poi vogliamo far pagare meno Iva a chi usa le carte di credito va benissimo", aggiunge. Toni che non sono affatto piaciuti a Franceschini, finora prudente, che interviene con durezza: le "posizioni ultimative" del leader dei Cinquestelle non possono impegnare l'intera maggioranza.

(Unioneonline/D)
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