Il dibattito lo ha avviato Enrico Letta in un'intervista pubblicata questa mattina dal quotidiano La Repubblica. E in molti nella maggioranza giallorossa lo hanno seguito a ruota.

Se alle parole seguissero i fatti, il diritto di voto esteso ai 16enni potrebbe diventare presto realtà.

"Dobbiamo fare un passo concreto verso il popolo di Greta, una riforma costituzionale da fare in un anno: il voto ai sedicenni", ha dichiarato Letta. "È un modo - ha aggiunto - per dire a quei ragazzi vi prendiamo e riconosciamo che esiste un problema di sottorappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi".

Si è detto subito d'accordo Luigi Di Maio: "Il voto ai sedicenni è una proposta che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza. I giovani in Italia vengono definiti, a seconda del momento, choosy, viziati, gretini: per noi vanno invece soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica. Se a 16 anni un giovane può lavorare e pagare le tasse, dovrebbe almeno avere il diritto di voto. I giovani sono una risorsa preziosa, il futuro di un'Italia che si informa e partecipa".

Il capo politico M5S chiede dunque di aprire subito la discussione sul tema in Parlamento: "Noi ci siamo e pensiamo che chi teme il voto dei più giovani forse sa di averli traditi in passato".

Poi è arrivato l'ok del premier Giuseppe conte: "Per me va benissimo. Ci sta, in altri ordinamenti già lo fanno". Una riflessione di governo sull'argomento "non è ancora iniziata, ma potremmo farla, anche se sarebbe più utile farla in sede parlamentare".

Non in disaccordo Graziano Delrio, con un piccolo distinguo: "Intanto diamo il voto al Senato ai 18enni, siamo già impegnati su questo fronte che mi pare un gran passo avanti. Poi si potrà ragionare anche sul voto ai 16enni".

(Unioneonline/L)
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