"Ora posso parlare, ho firmato a Roma l'accettazione della candidatura alle Europee", dice Andrea Soddu, sindaco di Nuoro. Avvocato civilista, 44 anni, è stato eletto primo cittadino del capoluogo barbaricino a giugno 2015 (68,3% dei voti) sconfiggendo Alessandro Bianchi del Pd, con l'appoggio di quattro liste civiche più La Base e il Psd'Az (con cui, in seguito all'alleanza con la Lega, si è consumata una frattura con l'allontanamento degli assessori Quattro Mori, ma - avverte - "sono state più che altro questioni locali").

È l'unico sardo nelle liste del Pd per le europee.

Chi le ha proposto la candidatura?

"Il segretario del Pd regionale, Emanuele Cani, mi ha chiamato per dirmi che il mio nome è stato scelto sulla linea che sta seguendo Zingaretti, cioè l'apertura alla società civile e agli amministratori comunali. Io sono terzo nella circoscrizione Isole, dopo l'europarlamentare uscente Caterina Chinnici e Pietro Bartolo, il medico eroe di Lampedusa".

Ha aderito al manifesto di Calenda?

"Non formalmente, ma lo condivido appieno. Mi sto mettendo al servizio di un progetto che vuole un'Europa più forte, dove contino meno i governi nazionali e la Commissione e di più il Parlamento e i popoli, dove prevalgano la socialdemocrazia, il Welfare, l'uguaglianza".

Quando è diventato sindaco ha sottolineato "ha perso la politica tradizionale, i cittadini hanno detto a chi ha governato per vent'anni di mettersi da parte". Ora si candida col Pd.

"Non mi sono iscritto al Pd. E il Pd è cambiato molto, allora c'era Renzi, adesso c'è Zingaretti, che sta aprendo all'esterno, oltre il partito, a chi vuole fare scelte a livello europeo, tra uno schieramento ideologico che vuole rafforzare le nazioni e i sovranismi, e uno che crede di dover proseguire sull'insegnamento di De Gasperi, di Spinelli, di Adenauer. Io sto da questa parte, non ho nessun dubbio, la mia è un'adesione a un manifesto europeo, portato avanti da una forza politica che si sta rinnovando".

Insomma, respinge le critiche di incoerenza.

"La mia formazione è quella del centrosinistra, sono lì e sarò sempre lì, e voglio contribuire a salvare un'Europa in pericolo, come dimostrano la Brexit e i movimenti della Polonia e dell'Ungheria".

Quali forze la sostengono oltre il Pd?

"L'aggregato del centrosinistra uscito dalle Regionali, più o meno, tranne qualcuno".

Quanti voti le servono per essere eletto?

"Non lo so, ma è una sfida difficile per un sardo entrare a Strasburgo. Vorrei fare un appello, anzi tre".

Prego.

"Andate a votare il 26 maggio, votate per un sardo, e chi ha un'idea di Europa che vuole gli interessi dei popoli ha uno schieramento su cui puntare, il nostro".

Le politiche per la Sardegna?

"Il primo tema in assoluto riguarda i trasporti e la continuità territoriale. Su questo è necessaria una grande battaglia. Al secondo posto ci sono lo spopolamento e la denatalità, che non colpiscono soltanto le zone rurali dell'interno, ma anche Cagliari e Sassari".

Qual è la sua paura più grande?

"Temo che questa grande opportunità che ci hanno dato i padri fondatori dell'Europa, questo sogno di vivere in armonia, come è accaduto da settant'anni a questa parte, possa essere distrutto. Temo che possano esserci di nuovo le frontiere e si metta fine alla libertà di circolazione e alla pace".

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