C'è il via libera del Pd, e non poteva essere altrimenti visto il lavoro capillare e sotto traccia messo in campo per settimane dalla segreteria di Emanuele Cani. "La scelta di Massimo Zedda di dare la sua disponibilità a guidare la coalizione per le Regionali è un punto d'arrivo importante", spiega l'ex deputato nel discorso che apre la direzione regionale del partito riunita a Oristano.

Un risultato non scontato per l'ex senatore Silvio Lai: "Cani ha creato le condizioni perché il partito ritornasse ad avere credibilità, in modo tale da convincere il sindaco di Cagliari ad accettare". E adesso "abbiamo una chance di vincere le prossime elezioni, certo dobbiamo scalare una montagna ma non è impossibile. La Sardegna potrebbe rappresentare la prima barriera alle crescenti vittorie dei gialli e dei verdi, uniti o separati".

Tutti d'accordo

Il documento finale approvato ieri a Oristano dopo tre ore di dibattito parla di assunzione unitaria della disponibilità di Zedda, "al quale affidare questo progetto, sostenendolo, e conferendo apposito mandato alla segreteria regionale, nel compiere ogni passo finalizzato a costruire e sviluppare un'alleanza civica e autonomista, ampia e coesa per le prossime elezioni regionali".

Nel suo intervento Cani ripercorre la strada fatta dal momento dell'insediamento, quando dichiarò l'intenzione di allargare al massimo il perimetro dello schieramento in vista del voto di febbraio, anche al di là di vecchi steccati ideologici. "Siamo riusciti a costruire un pezzo di coalizione importante - dice ora - e dobbiamo offrire la massima collaborazione al sindaco di Cagliari". Ma sul perimetro dell'alleanza c'è ancora da fare: "Dobbiamo trovare il modo per costruire una convergenza con il Partito dei Sardi e con Autodeterminatzione".

Tempi troppo stretti

Quanto alle primarie, l'ipotesi è ormai accantonata. "Abbiamo un candidato come Zedda - sostiene il segretario - che risponde a certe caratteristiche, che gode di grande notorietà e autorevolezza, credo si possano evitare". Così nel primo intervento. In quello conclusivo sottolinea che "le primarie fanno comunque parte del dna del Pd, e se Zedda o altri dovessero chiedere questo passaggio, non sarebbe certo il Pd a tirarsi indietro".

In mezzo c'è la riflessione di Eliseo Secci che, a nome di Renato Soru (non presente), critica il percorso intrapreso dalla segreteria Cani perché "non basato sui contenuti", e fa notare che "parlare il 26 di novembre di primarie non ha senso, purtroppo abbiamo bruciato la tappa".

Il primo appuntamento

Cani guarda anche alle suppletive del 20 gennaio e chiede "il mandato per sviluppare un ragionamento sull'identikit del candidato del centrosinistra, che dovrà rappresentare il progetto collettivo sul modello che stiamo costruendo per le Regionali". Quindi: non necessariamente uno del Pd.

In sala c'è anche Francesco Pigliaru, al suo battesimo da tesserato a una direzione regionale. Cani lo ringrazia e lui ringrazia il partito, perché cinque anni fa gli affidò la candidatura: "Sono qui per dare un segnale di unità, dobbiamo ritrovare il senso di comunità». In vista del voto "dobbiamo entrare in campagna elettorale non balbettando e consapevoli di quanto fatto da questa Giunta". Cose fatte che però "non sono bastate a farci trovare il consenso alle elezioni politiche", perché "abbiamo sottovalutato l'inquietudine creata dalla crisi economica".

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