Negli Stati Uniti un tribunale dell'Indiana ha sospeso l'esecuzione di una condanna a morte federale prevista per lunedì, la prima nello Stato dal 2003.

I giudici hanno accolto la richiesta dei famigliari che, invocando la propria vulnerabilità, hanno sostenuto di essere di fronte alla scelta impossibile tra il diritto ad assistere agli ultimi momenti del condannato e i timori di contagio da coronavirus in caso di assembramento.

Il detenuto è Daniel Lee, un suprematista bianco, accusato della morte di una coppia e di una bimba di 8 anni.

"Il governo ha un interesse legittimo a che l'esecuzione sia condotta rapidamente" ma non è superiore all'interesse di trattare i parenti "con equità, rispetto e dignità", ha stabilito la

giudice Jane Magnus-Stinson.

A ripristinare la pena capitale per reati federali è stata il presidente Donald Trump.

In estate sono previste quattro esecuzioni. Negli ultimi quarantacinque anni solo tre persone sono state giustiziate a livello federale, tra cui Timothy McVeigh, responsabile dell'attentato a Oklahoma City (168 morti nel 1995) nel 2001.

(Unioneonline/F)
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