La Cina avrebbe "deliberatamente nascosto o distrutto prove dell'epidemia di coronavirus" nella prima fase "un 'attacco alla trasparenza internazionale costato decine di migliaia di vite umane" e che ha messo in pericolo altri Paesi.

Il duro attacco a Pechino emerge da un rapporto stilato dall'alleanza d'intelligence Five Eyes tra i Paesi angolsassoni (Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda).

Stando a quanto scrive il giornale australiano Daily Telegraph, che ne è in possesso, il documento elenca tutti gli ostacoli che Pechino avrebbe posto, prima di invertire la rotta il 20 gennaio e ammettere.

La Cina avrebbe nascosto o distrutto prove, negato inizialmente la trasmissibilità da uomo a uomo, messo a tacere o addirittura "fatto sparire" medici che volevano avvertire del reale pericolo. Avrebbe anche negato campioni del virus agli scienziati stranieri che ne facevano richiesta, e bloccato l'accesso delle organizzazioni internazionali alla provincia di Wuhan, epicentro del contagio.

(Unioneonline/L)
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