Il Venezuela si risveglia ancora nel caos.

Non si fermano le proteste dopo che Juan Guaidò, leader dell'opposizione al presidente venezuelano Nicolas Maduro, ha chiamato "alle armi" la popolazione per una "mobilitazione finale" contro il governo.

Ieri gli scontri sono andati avanti per ore, con la polizia che non ha esitato a lanciare lacrimogeni e a travolgere i manifestanti con i blindati.

Ci sarebbe anche un morto, un 24enne, stando a quanto riferito dalla Ong Provea. Nella rivolta sono rimaste ferite finora 95 persone, 26 ad Aragua e 69 Chacao, nello stato di Miranda, uno dei cinque Comuni del Distretto metropolitano di Caracas.

La rivolta ha suscitato preoccupazione nella comunità internazionale.

Dagli Stati Uniti, uno dei Paesi che hanno riconosciuto l'autoproclamata presidenza di Juan Guaidò, Donald Trump ha detto di stare "monitorando con molta attenzione la situazione in Venezuela. Gli Stati Uniti sono a fianco del popolo del Venezuela per la sua Libertà".

I ministri degli Esteri del gruppo di Lima hanno espresso "pieno appoggio al processo costituzionale e popolare imboccato dal popolo venezuelano, sotto la guida del presidente incaricato Juan Guaidò", escludendo che la protesta possa essere descritta come un "colpo di Stato".

Dall'Ue è arrivato l'invito a evitare l'escalation: "Il principale sforzo europeo - si legge in una nota - è affinché la crisi venezuelana non si concluda con spargimenti di sangue, il che spinge l'Unione a rifiutare apertamente qualsiasi intervento militare straniero nel Paese".

"L'Europa chiede elezioni libere ed eque e partecipa a un gruppo di contatto con i Paesi latinoamericani per promuovere la loro indizione, un gruppo che si incontrerà di nuovo il 6 maggio in Costa Rica. L'Ue non esclude nuove sanzioni, ma sempre contro il regime di Maduro e non contro la popolazione".

A quanto si apprende, il vicepremier Luigi Di Maio si è sentito telefonicamente con l'ambasciatore italiano in Venezuela Silvio Mignano per dargli "tutto il sostegno del governo in questo momento difficile e sincerarsi delle condizioni degli italiani", per i quali Di Maio ha espresso "preoccupazione".

Salvini si è scagliato contro Maduro: "Per il bene del popolo venezuelano e dei tantissimi italiani che da anni soffrono per colpa di uno degli ultimi regimi comunisti sulla faccia della terra ci auguriamo una soluzione pacifica e non violenta della crisi che porti a libere elezioni e all'allontanamento del dittatore Maduro che sta affamando, incarcerando e torturando il suo popolo. Sono vicino al popolo venezuelano, all'assemblea nazionale e al suo presidente Guaidò".

(Unioneonline/D)
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