Una sorta di "semaforo" per decidere quali misure adottare per arginare l'epidemia di coronavirus in Italia.

E' quanto prevederebbe il Governo per non attuare misure drastiche comuni a tutte le regioni italiane, puntando invece su restrizioni differenziate a seconda dell'andamento dei contagi. Tre i colori di allerta previsti, come quelli - appunto - di un semaforo.

VERDE - Si parte dal livello verde (che oggi corrisponde alla situazione di Sardegna, Molise e Basilicata) dove - visti i contagi relativamente sotto controllo o "a minor circolazione") - si attuerebbe la didattica a distanza al 100% per le superiori, l'estensione dello smart working e limitazioni agli orari di bar e ristoranti solo nelle zone più critiche.

GIALLO - Poi le regioni ad allerta gialla, con livello di contagio "intermedio". Qui scatterebbero: la didattica a distanza al 100% per superiori, seconda e terza media; limiti alla circolazione tra le province; estensione degli orari di chiusura dei pubblici esercizi; estensione dello smart working.

In questo momento le regioni interessate sarebbero Liguria, Emilia-Romagna, Friuli, Veneto, la provincia di Trento, Toscana, Umbria, Abruzzo, Lazio, Marche e Campania.

ROSSO - Infine, il livello d'allerta rosso, nelle regioni con una "situazione grave". Attualmente: Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Calabria, Puglia, Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano.

In aggiunta alle misure attuali qui scatterebbero: lockdown regionale, con uscite autorizzate solo per motivi urgenti e comprovati; il ritorno dell'autocertificazione; la chiusura totale delle scuole; il divieto di spostamento, sia tra province che tra regioni.

(Unioneonline/l.f.)
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