Picchia e stupra la moglie, ma la Corte d'appello di Milano riduce la pena di otto mesi parlando di "condotta troppo disinvolta della vittima".

La Procura generale fa ricorso in Cassazione e definisce un "pericoloso precedente" la sentenza d'appello nei confronti di romeno di 63 anni che lo scorso anno ha sequestrato, picchiato e violentato la moglie in provincia di Monza, a Vimercate.

Per una notte l'uomo ha sequestrato la coniuge di 45 anni nella loro roulotte, accusandola di "tradimenti con uomini conosciuti su Facebook". L'ha presa a pugni in faccia e sulla schiena, l'ha minacciata di morte e infine stuprata. Al termine del processo di primo grado in abbreviato l'uomo è stato condannato a 5 anni. Pena ridotta a 4 anni e 4 mesi facendo riferimento a un presunto "contesto familiare degradato" e "caratterizzato da anomali quali le relazioni della donna con altri uomini".

Nel ricorso della della sostituta pg Daniela Meliota contro quest'ultima sentenza si legge invece che il "contesto familiare caratterizzato da anomalie" e "l'avere definito l'imputato un soggetto mite e forse esasperato dalla condotta troppo disinvolta della convivente" sono "mere congetture del giudicante che oltre a essere smentite dagli atti, costituiscono un pericoloso precedente per legittimare uno sconto di pena a fronte di reati di inaudita gravità".

(Unioneonline/L)
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