L'indice di contagio Rt in Sardegna è salito a 0,9.

E' quanto emerge dal monitoraggio dell'Iss e del ministero della Salute relativo alla settimana 10-16 agosto.

E' scesa intorno ai 30 anni l'età più frequente nella quale avvengono i contagi da coronavirus.

"In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica con forte abbassamento dell'età mediana della popolazione contagiata, che nell'ultima settimana è di 30 anni", si legge nel report.

Questo perché la circolazione oggi "avviene con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura di attività commerciali e luoghi di aggregazione e di aumentata mobilità".

AUMENTO DEI CASI - C'è un nuovo aumento dei casi per la terza settimana consecutiva, per questo resta "fondamentale mantenere le misure di precauzione", si legge nel documento.

L'incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 3-16 agosto) è di 9,65 per 100mila abitanti, "simile ai livelli osservati all'inizio di giugno". Il 28,3% dei casi diagnosticati è importato dall'estero, dunque la maggior parte dei contagi avviene sul territorio nazionale.

Nuovi casi sono stati diagnosticati in tutte le Regioni e Province autonome.

TANTI ASINTOMATICI - I casi, si legge nel report, sono legati soprattutto ad attività ricreative, risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici. "Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione e una minore gravità clinica".

"Sebbene sia segnalato in alcune Regione un aumento del numero di ospedalizzazioni, non ci sono segnali di sovraccarico dei servizi sanitari".

I FOCOLAI - Nella settimana dal 10 al 16 agosto sono stati identificati 1.077 focolai, di cui 281 nuovi: entrambi i numeri sono in aumento per la terza settimana consecutiva, e questo "comporta un forte impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus".

PROGRESSIVO PEGGIORAMENTO - "In seguito alla riduzione nel numero di casi di infezione da SARS-CoV-2 grazie alle misure di lockdown, l'Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento", si legge ancora nel report. "Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto ma con una tendenza all'aumento da tre settimane". Nel caso non vengano osservate le misure di sicurezza e le quarantene "nelle prossime settimane, potremmo assistere ad un ulteriore aumento nel numero di casi a livello nazionale".

L'INDICE DI CONTAGIO - L'indice Rt nazionale, riferito al periodo 30 luglio-12 agosto e calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,83 (con un intervallo tra 0,67 e 1,06)

"Questo indica - si legge nel documento - che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di

screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane".

Nel report si rileva tuttavia che "in questo particolare momento dell'epidemia, l'indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l'Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in

considerazione il dato di incidenza".

REGIONE PER REGIONE - L'indice Rt è superiore a 1 in cinque Regioni: in Umbria è 1,34, Abruzzo 1,24, Veneto 1,21, Lombardia 1,17 e Campania 1,02. E' pari a zero in Basilicata e Molise.

Fra le altre regioni, l'indice di contagiosità è più vicino a 1 in Sicilia (0.99), Toscana (0,96) e Piemonte (0,95), 0,9 in Liguria e Sardegna, seguiti a distanza da Marche (0,85), Puglia e Valle d'Aosta (0,8)Calabria (0,77), Lazio (0,73), Bolzano (0,5), Emilia Romagna (0,45), Friuli (0,42), Trento (0,41)

(Unioneonline/L)
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