A casa sono in cinque, di pc ce n'è uno solo e lui ne vuole uno tutto per sé per la didattica a distanza e perché no, anche per giocare.

Così ha preso tutti i suoi giochi, li ha messi su un telo steso per terra e in cima a tutto ha depositato un cartello: "Vorrei comprarmi un computer, mi aiutate?".

Protagonista un 13enne milanese, che ha avviato la sua personalissima raccolta fondi nel quartiere di Porta Romana. In vendita pupazzetti, gomme, penne e persino le sue amate carte da gioco di ruolo. Tutto al prezzo simbolico di venti centesimi.

La sua situazione scolastica è particolarmente delicata perché sta scrivendo la tesina di terza media. I genitori lo appoggiano: "A casa il computer già c'è, ma siamo in cinque e le esigenze sono tante - spiega la mamma -. Per questo abbiamo spinto Simone, per fargli capire il senso del sacrificio e che, se ne vuole uno tutto suo, bisogna darsi da fare per comprarlo".

"Dal suo esempio potrebbe nascere una raccolta fondi per i ragazzini che non hanno strumenti per fare lezione", spiega Elena Granata, docente di scienze sociali del Politecnico di Milano, che vive nello stesso quartiere ed è rimasta colpita dalla vicenda di Simone.

"Nella maggior parte delle famiglie non attrezzate le lezioni si seguono dai cellulari - aggiunge -. Io stessa ho fatto un piccolo test con i miei 50 studenti per capire chi di loro aveva il computer e un buon 20% anche tra i miei studenti accede dal telefonino. Di certo l'apprendimento ha bisogno di strumenti più efficaci di un cellulare".

(Unioneonline/D)
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