Studente modello uccide il padre violento. La scuola si mobilita: "Fategli fare la Maturità"
Il 30 aprile scorso il giovane, 18 anni, è intervenuto per fermare l'ennesima aggressione alla madre. Ora è in carcere, ma il ministero sta valutando di concedergli il via libera all'esameAlex era un ragazzo normale, studente modello di 18 anni, prossimo alla maturità.
Lo scorso 30 aprile, però, la sua vita è cambiata. Nella casa di famiglia, a Collegno (Torino), ha visto il padre che, per l'ennesima volta, ha aggredito e pestato la moglie, la mamma di Alex.
Allora non ci ha visto più. Ha afferrato un coltello e ha colpito il padre 24 volte, uccidendolo.
Per lui è scattato l'arresto. Ma, a quanto pare, potrà comunque sostenere l'esame di Maturità.
A chiedere al ministero dell'Istruzione che il ragazzo venga ammesso all'esame di Stato sono stati i docenti e il preside della sua scuola, l'Iis Alberghiero 'Prever' di Pinerolo. E il ministero si è subito attivato per verificare le condizioni e l'iter si è messo in moto.
Le speranze di ottenere il via libera sono molte. "E' un ragazzo diligente e sempre disponibile" spiega il dirigente scolastico Rinaldo Merlone.
"Abbiamo valutato il suo curriculum, ha sempre seguito le lezioni a distanza e ci sono gli estremi per ammetterlo all'esame di Stato - sostiene il preside - Chi è isolato in ospedale può farlo, non vedo perché non possa anche lui, nonostante l'attuale condizione di isolamento".
Un riconoscimento all'impegno sempre dimostrato da Alex, che per anni, assieme alla madre e al fratello maggiore ha dovuto convivere con le violenze, fisiche e psicologiche del padre. Che più volte in questi anni è stato costretto a mettersi in mezzo per sottrarre la madre alle angherie, mai denunciate per paura di ritorsioni.
Fino al 30 aprile. Quando è andata in scena l'ennesima aggressione. Alex aveva da poco terminato una videochat con un professore. Ha visto il padre che spingeva la madre. Ed è intervenuto, questa volta per mettere fine per sempre alle vessazioni del padre violento.
Pagherà per il suo gesto - che ha denunciato lui stesso ai carabinieri, chiamando, dopo la tragedia, il 112 per confessare: "L'ho ucciso".
Ma non si vedrà sottrarre quello per cui ha lavorato duramente durante gli anni delle scuole superiori.
"Permettergli di sostenere l'esame è un diritto garantito dalla Costituzione, a maggior ragione per un ragazzo che si trova in una situazione di disagio ed è in carcere - conclude il dirigente scolastico - E' giusto che Alex si confronti con la realtà sociale, che abbia questa occasione e non resti completamente isolato".
(Unioneonline/l.f.)