Bufera sulle parole del capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che in un'intervista aveva parlato di un avvio della fase 2, quella in cui dovremo cominciare a convivere con il virus, a partire dal 16 maggio.

"Credo proprio di sì, dovremo stare in casa per settimane" e mantenere "comportamenti rigorosissimi" ha scandito a Radio Capital il capo del Dipartimento parlando proprio del 1 maggio: "Se l'andamento non cambia, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo, dipende dai dati. Da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2".

Parole che lui stesso ha corretto più volte nel corso della giornata: "Al momento c'è una sola data che è quella del 13 aprile - ha detto nel corso della consueta conferenza stampa -. Oggi alcune mie parole sono state equivocate, avevo fatto un ragionamento: avevo detto che le misure sarebbero state determinate in relazione all'evoluzione della situazione in atto. Per questo motivo è difficile fare previsioni e abbassare la guardia".

Un dietrofront chiesto direttamente da Palazzo Chigi e che comunque non ha fermato le polemiche.

A partire da quelle degli industriali - "non è più procrastinabile la riapertura delle aziende" gli ha risposto Confindustria Veneto - fino a Giorgia Meloni che ha chiesto una "voce unica" che parli per il governo.

(Unioneonline/D)
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