Ha avuto uno straordinario successo l'idea della maschera da snorkeling di Decathlon modificata con una valvola per essere utilizzata come respiratore "di emergenza" per i malati di coronavirus.

L'idea, concepita a Brescia da un ex primario con la startup Isinnova, e già utilizzata su un paziente nell'ospedale di Chiari, ha già centrato l'obiettivo delle 500 maschere d'emergenza grazie all'aiuto arrivato da una ventina di aziende grandi e piccole.

Tutte hanno usato stampanti 3D per produrre la valvola di raccordo, battezzata Charlotte, necessaria per collegare al respiratore nei reparti di terapia sub-intensiva la semplice maschera da snorkeling.

Dopo le province di Brescia e Bergamo, le più colpite dal coronavirus, "in altre zone d'Italia gli ospedali si sono mossi con imprese locali che hanno messo a disposizione le stampanti in 3D: è già successo a Messina, Sassuolo e nel Comasco" spiega Marco Ruocco, ingegnere di Isinnova.

E lo strumento è finito anche all'estero: "In Brasile e Tunisia già fanno maschere modificate come la nostra e siamo stati contattati, soprattutto per informazioni sul file per la stampa in 3D, anche da Malesia, Francia e Spagna", aggiunge Ruocco.

(Unioneonline/D)
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