La scuola ai tempi di Internet e del coronavirus. Nicola Massimi, prof di storia e geografia in una scuola del quartiere Prati, a Roma, ieri sera - appresa la notizia della sospensione delle lezioni decretata dal governo - ha immediatamente creato un gruppo Whatsapp con tutti i suoi studenti.

Ore 8.30, puntualissimo, questa mattina ha inviato ai ragazzi di II A un video di storia e uno di geografia. "Guardateli e tenetevi pronti per rispondere alle mie domande", ha scritto. E subito dopo ha insistito: "Avete ricevuto? Dormiglioni, dove siete", ha tuonato.

Ma nessuno gli ha risposto, a quell'ora i suoi 28 alunni dormivano ancora beatamente, pensando che questi giorni di sospensione delle lezioni fossero di assoluto riposo per loro.

Il prof non l'ha presa bene, e ha fissato delle rigidissime regole. Le ha raccontate Flavia, 12 anni, una sua allieva. "Dobbiamo essere online dalle 8.10 alle 14.10, e ci ha detto che se non rispèondiamo alle domande ci prendiamo un'insufficienza. Possiamo rispondere con un sms vocale o scritto".

Ma le regole, paradossalmente, sono più severe rispetto a quando i ragazzi si trovano in classe: "Se non rispondiamo in classe prendiamo un meno, se non rispondiamo su WhatsApp un bel 4. È giusto il fatto che voglia portare avanti il programma, ma mette l'ansia il fatto che il prof possa chiamare da un momento all'altro e mettere un brutto voto".

Non è andata bene neanche a Floriana Messi, prof di italiano del liceo Dante, nel Torinese. Lei si è collegata alla piattaforma web della scuola alle 8.35, ma ha trovato collegato solo un alunno.

Nella scuola di Carlotta, sei anni, la maestra ha invece inviato ai genitori un powerpoint vocale con il dettato per i bimbi, che così possono scrivere come sono abituati a fare in classe, accompagnati dalla voce della loro insegnante.

Insomma, c'è una scuola che vuole rispondere e andare avanti nonostante lo stop alle lezioni. Certo, non è possibile ovunque. Basti pensare alla Sardegna, dove in molte zone non ci sono neanche le caratteristiche minime di connettività necessarie a tenere una lezione di e-learning.

(Unioneonline/L)

IN SARDEGNA 300MILA STUDENTI A CASA

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