"La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana".

Quanto al plesso di via Vallombrosa, si entra ancor più nel dettaglio: "Il plesso su via Cortina d'Ampezzo accoglie prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell'alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti e simili)".

Un'autopresentazione molto dettagliata quella dell'Istituto comprensivo di via Trionfale a Roma, che ha scatenato una vera e propria bufera.

Subito ha preso le distanze l'associazione dei presidi: "La scuola è un luogo educativo e inclusivo, no a forme di categorizzazione superficiali e inutili. La scuola non può evidenziare eventuali differenziazioni socio-culturali degli alunni iscritti poiché, tra l'altro, oltre a dare una cattiva rappresentazione di sé stessa agli occhi di chi legge corre anche il rischio di originare idee o forme classiste".

Poi è arrivato il turno della politica: "La scuola dovrebbe favorire l'inclusione, descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso, mi auguro che l'istituto possa dare motivate ragioni di questa scelta, che comunque non condivido", dichiara il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina.

Esprime "stupore e indignazione" il Movimento 5 Stelle, parlando di "concezioni in contrasto con i valori della nostra Costituzione e contro l'idea stessa alla base della scuola pubblica".

"Quanto accaduto a Roma è gravissimo, è necessario ricostruire i fatti e accertare le responsabilità di questa iniziativa che riporta il Paese indietro di decine e decine di anni", dichiara Ranato Schifani, senatore di Forza Italia.

"Un messaggio inaccettabile", attacca Stefano Fassina. Mentre Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana plaude alla "giusta e immediata reazione del governo" e annuncia: "Presenteremo un'interrogazione parlamentare, perché non è il primo episodio che accade e pensiamo che sia necessario che dal Miur giungano ai dirigenti scolastici e alle scuole di tutta Italia indirizzi chiari e netti affinché episodi di questo genere non si ripetano mai più".

Dopo l'ondata di polemiche e di attacchi, la scuola ha deciso di cambiare la pagina di presentazione sul suo sito omettendo tutti i riferimenti alle classi sociali cui è destinato ogni edificio.

(Unioneonline/L)
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