Ci sono anche pubblici amministratori e imprenditori fra le 94 persone arrestate oggi all'alba.

La maxi operazione portata a termine nel Messinese da carabinieri e Guardia di finanza ha inferto un duro colpo a vertici e affiliati al sodalizio mafioso dei Nebrodi.

Due i clan coinvolti: quello dei Bontempo Scavo e quello dei Batanesi, entrambi storici e radicati nella zona di Tortorici, con base familiare: l'inchiesta "colpisce" infatti interi nuclei familiari.

Secondo gli inquirenti i Batanesi e i Bontempo Scavo avrebbero stabilito di non farsi la guerra ma di spartirsi gli affari: come quello delle truffe all'Ue attraverso false intestazioni di decine di terreni da utilizzare per avere i contributi per l'agricoltura.

Una sorta di tregua armata, secondo i magistrati, "anche se sotto la cenere cova sempre la voglia di fare piazza pulita del concorrente".

Personaggi di spicco sono, per i Batanesi, Sebastiano Bontempo detto il guappo, Giordano Galati detto Lupin, Sebastiano Bontempo, "il biondino", e Sebastiano Mica Conti. Tutti hanno scontato condanne pesantissime per mafia, Mica Conti anche per omicidio. Una volta scarcerati sono tornati al vertice del clan.

I vertici della "famiglia" dei Bontempo Scavo coinvolti sono: Aurelio Salvatore Faranda e i fratelli Massimo Giuseppe e Gaetano.

Nell'inchiesta sono finiti anche imprenditori, alcuni insospettabili come un notaio, e il sindaco di Tortorici.

(Unioneonline/s.s.)
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