Un'operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, supportati dai colleghi di Bologna e Aosta, ha portato questa mattina a 13 arresti ai danni di persone ritenute responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso.

Colpite le cosche di San Giorgio Morgeto e Cittanova, con diramazioni in Nord Italia, dedite a estorsioni, vendita di armi e spaccio di stupefacenti.

Le indagini hanno portato anche alla confisca di quattro società operanti nell'edilizia e nel commercio all'ingrosso e dettaglio di articoli per impianti idro-termo-sanitari. E non solo: 26 immobili a Reggio e Villa San Giovanni, diversi conti correnti, polizze e titoli per un valore di 2,6 milioni di euro.

Tutti a Roberto Morgante, imprenditore 60enne considerato "colluso" con le 'ndrine, da cui è stato favorito nella sua ascesa e che ha favorito "reimpiegando i proventi di attività illecite".

L'inchiesta ha portato alla luce il penetrante controllo del territorio esercitato dalle due cosche, che si proiettavano al Nord e anche in Valle d'Aosta, dove risiedono alcune persone originarie di San Giorgio Mongeto collegate con alcuni indagati.

Ma anche le contrapposizioni tra i due clan, da cui è maturato secondo gli inquirenti l'omicidio di Salvatore Raso, esponente della 'ndrina locale di San Giorgio ucciso nel 2011.

Eccole le due cosche. La Facchineri di Cittanova, che secondo l'accusa fa capo a Giuseppe Facchineri detto "il professore", al fratello Vincenzo, a Roberto Raffa, basista in Val d'Aosta, Giuseppe Chemi, Salvatore Facchineri e Giuseppe Facchineri detto "scarpina".

E la locale di San Giorgio, a capo ci sarebbe Mario Gaetano Agostino, i nipoti Raffaele e Giuliano Sorbara, Michele e Vincenzo Raso, punti di riferimento in Val d'Aosta.

(Unioneonline/L)
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