C'è un nuovo filmato che ha portato ad altri nove provvedimenti restrittivi - otto nei confronti di minorenni - per il caso di Antonio Stano, il 66enne di Manduria, in provincia di Taranto, vittima di una baby gang e morto il 23 aprile scorso dopo aver subito una lunga serie di aggressioni, angherie e vessazioni da parte di gruppi di giovanissimi.

Il video, diffuso assieme a una foto di gruppo estrapolata dalla chat di Whatsapp, si riferisce a una delle aggressioni del periodo di Carnevale (avvenute fra il 3 e il 5 marzo, cui se ne aggiunge una dell'11), e riguarda un'altra baby gang che ha alcuni personaggi in comune con quella già precedentemente indentificata dagli inquirenti.

Le accuse per i nove sono di tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio aggravati.

Salgono dunque a 15 i giovani coinvolti nella vicenda.

L'uomo, con problemi psichici, era morto in ospedale dopo giorni di agonia. Precedentemente si era rinchiuso in casa senza cibo perché terrorizzato dalle ripetute incursioni dei giovani che lo sottoponevano ad aggressioni di ogni tipo.

I bulli del paese filmavano tutto per poi far circolare i video su Whatsapp.

Fra gli episodi contestati anche quello del primo aprile in cui Stano era stato attirato fuori dalla sua abitazione per essere successivamente colpito con calci e pugni. Quel giorno aveva riportato anche gravi lesioni ai denti.

I ragazzi, stando all'accusa, ne approfittavano per puro passatempo. Gli indagati ora si trovano nel carcere tarantino e nell'Istituto Minorile di Bari.

(Unioneonline/M)
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