"Mi ha molto soddisfatto la risposta di Telt (il promotore pubblico responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della Torino-Lione, ndr) che conferma come si possano avviare le dichiarazioni di interesse senza far partire i bandi di gara per alcuni mesi, senza il rischio di penali o di altri oneri per lo Stato e senza perdere gli eventuali finanziamenti europei, che servirebbero solo se l'opera andasse avanti".

Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolineando di non avere ricevuto alcuna pressione e spiegando che la parte più difficile della scelta fatta (quella di far slittare i bandi senza bloccare l'iter sulla Tav) sarà convincere la Francia e la Commissione Ue delle buone ragioni dell'Italia, illustrate dall'analisi costi-benefici che indica "una perdita di 7-8 miliardi per tutti e tre, non solo per il nostro Paese".

Il premier assicura: "Ne parlerò quanto prima con il presidente della Commissione Juncker e col capo di Stato francese Macron, perché voglio avviare un processo decisionale condiviso. Che sarà complicato, ma che sono fiducioso di portare a buon fine".

Conte conferma di non avere mai avuto una posizione precisa sulla Tav: "Prima di prendere in mano il dossier, davvero non avevo alcuna opinione in materia, anche se per miei studi e formazione sono un grande appassionato di 'blue economy e li ho ascoltati senza pregiudizi. Poi, cominciando a studiare, mi son reso conto che i bandi dell'opera vera e propria non erano neppure partiti. E ho iniziato a dubitare della sua utilità.

Infine sull'analisi costi-benefici di Ponti, dice: "Ha retto bene allo stress test. E allora ho avvertito tutti i presenti che nessuno deve permettersi di dirmi: l'analisi regge, ma la buttiamo nel cestino perché l'opera va fatta lo stesso senza discuterne. Ma come: abbiamo parlato per cinque mesi agli italiani dell'analisi costi-benefici e poi la cestiniamo? Sarebbe una presa in giro e io non sono un pagliaccio".

(Unioneonline/M)
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