Un racconto agghiacciante arriva da Roma, e parla di violenza feroce, di disumanità, di quell'Italia di cui non vorremmo mai leggere né tantomeno scrivere.

A riportarlo è il Corriere della Sera, che ripercorre la vicenda raccontata anche su Facebook, ma poi cancellata per paura dopo ripetuti insulti e minacce, dalla giornalista 39enne Giorgia Rombolà.

Alla fermata San Giovanni della metropolitana linea A della Capitale, Giorgia mercoledì sera assiste ad una scena terribile: una donna rom viene fermata dai vigilantes perché accusata di furto.

La denuncia poi non sarà mai presentata, ma l'uomo che la ritiene responsabile di questo gesto, definito da Giorgia "alto e corpulento", non è soddisfatto del "lavoro" dei vigilantes e picchia violentemente la donna, anche in testa, davanti alle urla e agli sguardi terrorizzati della sua bimba di tre o quattro anni, che nella concitazione del momento "cade a terra, sbattendo sul vagone".

"Ci sono già vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero) – scrive la giornalista nel post poi rimosso – ma a quest'uomo alto mezzo metro più di lei non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, cerca di strapparla ai vigilantes strattonandola per i capelli. Fino a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte".

A questo punto Giorgia si fa coraggio e scende dal vagone provando a fermare l'uomo, ma rientrata sul treno viene affrontata e presa a male parole dagli altri passeggeri.

"Un tizio – prosegue la 39enne su Facebook – mi insulta dandomi anche della p…, dice che l'uomo ha fatto bene, che così quella s… impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla". "Nessuno mi ha difesa – prosegue – tanti hanno fatto finta di niente. Questa indifferenza mi ha scioccata".

"Due ragazzi – aggiunge – ridono e fanno battute terribili, altri dicono frasi come 'bisogna bruciarli tutti', mi urlano anche dai vagoni vicini 'comunista di m…', 'radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del c…'".

Giorgia scende alla sua fermata, con la paura che il passeggero più inferocito possa addirittura seguirla come aveva minacciato. Trovandosi invece sola si affretta verso casa e in preda all'ansia e alla paura fra le lacrime.

"Non difendevo la ladra né la rom in quanto tale – conclude Giorgia – ma c'erano i vigilantes, perché picchiarla? Abito in un quartiere considerato 'per bene', e allora mi chiedo: i ragazzi indifferenti o quelli che ridevano, i miei vicini di casa, come sono diventati?".

(Unioneonline/v.l.)
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