Il leader di Unidos Mauro Pili ci aveva visto giusto: l’impianto di trattamento reflui di Magomadas va verso la chiusura. E per Pili si tratta di un risultato importante dopo mesi di battaglia per la difesa del territorio sardo.

La Provincia ha convocato una conferenza di servizi per il prossimo 21 febbraio per ridiscutere l’autorizzazione concessa nell’ottobre di due anni fa alla Geco per la realizzazione dell’impianto.

“È l’avvio della procedura di annullamento – sostiene Mauro Pili –. La Provincia, dopo essersi resa responsabile di quella folle autorizzazione, è costretta ad una retromarcia senza attenuanti”. E nella lettera di convocazione della conferenza di servizi sono elencati i motivi che in questi mesi sono stati i capisaldi della battaglia di Pili e del territorio, tanto da finire anche nel suo esposto alla Procura.

“Ci sono tre punti fermi: la distanza dell’impianto dal centro abitato di Magomadas è di circa 158 metri anziché 300, dalla scuola di Tresnuraghes 600 anziché mille metri - ricorda Pili –. Inoltre l’impianto rientra nell’area geografica della produzione della Malvasia. Per questi motivi non è in regola, non è conforme al Piano regionale dei rifiuti speciali e va chiuso”.

La convocazione della conferenza di servizi è una vittoria per chi da mesi combatte contro l’impianto che a luglio era entrato in funzione portandosi dietro un tanfo fastidioso e un’invasione di mosche mai vista. Pili ribadisce che si tratta di un risultato importante ma non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Infine l’appello alla classe politica sarda affinché “metta in atto tutte le azioni legislative e di controllo per evitare che la Sardegna diventi la cloaca dell’Italia e della Puglia”.
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