Il magazzino 3 è uno dei pochi locali che regge l'incuria del tempo. Non a caso ha ospitato l'arte di Dario Fo, sbarcata a Nuoro due anni fa con opere imponenti e piene di colori. Nel locale "Verniciatori" la grande vetrata sprangata sbarra l'accesso ai curiosi, ma ha varchi per pipistrelli e volatili, padroni di casa anche dove è rimasta l'indicazione "Meccanici". Questi e altri locali vasti e decadenti stanno in mezzo a tanto verde che cresce in libertà. Ecco l'Artiglieria oltre il muro di cinta lungo quasi un chilometro che separa questo pezzo di città da tutto il resto. L'orami ex caserma Loi è destinata a nuova vita, ma resta un luogo simbolo di Nuoro, capace di raccontare la storia urbanistica di un villaggio diventato città con l'istituzione della Provincia.

Non a caso il Fai, già negli anni scorsi, l'ha scelta come bene identitario da scoprire promuovendo due giorni di visite, anche se solo nelle porzioni allora consentite. Iniziativa riproposta in via eccezionale qualche settimana fa. Smessa la funzione militare per la quale era stata concepita, l'Artiglieria vedrà sbriciolarsi perfino il muro, impenetrabile dal 1932, per accogliere gli studenti universitari del campus che verrà, gli appassionati di sport che vorranno frequentare gli impianti promessi, le famiglie che avranno piacere di passeggiare tra viali e locali quando saranno rimessi a nuovo. La vocazione sportiva, ludica e ambientale prenderà il posto dell'austerità militare, già confinata al passato della città. Dal 10 luglio scorso questo spazio grande sei ettari nel cuore di Nuoro è tutto ufficialmente nelle mani del Comune.

L'Esercito, che ha trovato casa a Prato Sardo, lo ha definitivamente reso. Il passaggio di consegne, avvenuto alla presenza del sindaco Andrea Soddu, del sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi e dei vertici militari, è l'atto finale dell'intesa raggiunta nel 1997 quando la città in crescita sognava per la sua università, ancora ai primi passi, gli spazi più belli. L'accordo di programma, tra Comune, Regione e ministero della Difesa, prevedeva la restituzione alla città della storica Artiglieria di viale Sardegna in cambio di una nuova caserma da costruire a Prato Sardo. Sono stati necessari oltre vent'anni per centrare l'obiettivo. Il primo passo verso la rinascita del complesso il 24 agosto 2018 con la consegna al Comune delle chiavi della caserma Loy ormai dismessa.

L'Artiglieria diventata ex racconta una storia importante, iniziata nel 1927. Nuoro allora è una realtà modesta: conta 8600 abitanti. L'istituzione della nuova Provincia impone una rivoluzione urbanistica veloce, per accompagnare i cambiamenti economici e culturali attesi all'insegna della modernizzazione. Dal 1927 fino al 1940 Nuoro smette la fisionomia di borgo rurale e per essere all'altezza del suo nuovo ruolo vede esplodere un'intensa riqualificazione urbana. Spuntano palazzi pubblici, nuove costruzioni per accogliere il ceto emergente, ovvero quello rappresentato da impiegati degli uffici pubblici, tecnici, dirigenti, medici e insegnanti. In questi tredici anni vengono realizzati gli ospedali San Francesco e Zonchello, la stazione ferroviaria, il palazzo delle Poste, il liceo classico Asproni, la Prefettura, l'istituto magistrale, la Camera di commercio, le case popolari di via Deffenu, palazzi in via La Marmora e Trieste, il mercato civico, la scuola elementare Podda, accanto alla casa della mamma e del bambino, alla casa del mutilato, al palazzo della gioventù italiana del littorio.

Lo stile d'impronta razionalista domina ovunque, lasciando intatti i borghi storici di San Pietro e Seuna. In questo contesto di crescita travolgente trova posto l'Artiglieria. Il prefetto del tempo, Ottavio Dinale, primo presidente della Provincia nominato dal regime fascista, è impegnato nella costruzione delle più importanti infrastrutture pubbliche e chiede al capo del Governo una caserma militare in città. Nel 1936 Benito Mussolini dispone il trasferimento da La Maddalena della direzione dell'Artiglieria che approda così nel complesso realizzato tra il 1930 e il 1935 in zona Santa Barbara, allora decentrata rispetto alla città.

Il trasferimento del reparto porta a Nuoro un'ottantina di militari e dipendenti civili che trovano alloggio nelle case popolari di via Deffenu, costruite ad hoc. L'Artiglieria diventa un'area strategica della città nuova, protetta da un muro alto e lungo 950 metri, attorno alle vie Toscana, Santa Barbara e Lucania e a viale Sardegna. Una cittadella blindata: all'interno tanti alberi, conifere ed eucalipti soprattutto, e una ventina di edifici. Nei tempi più felici funzionavano un eliporto, un campo di equitazione, un orto alimentato da un pozzo, campi di bocce, tennis e calcio. Molti edifici erano officine per la manutenzione delle armi, magazzini, laboratori. Immancabili la lavanderia, la sartoria, la selleria, l'infermeria, la mensa, una tipografia, l'ufficio del telegrafo, anche il teatro che oggi è pericolante. Altri spazi nel sottosuolo: un rifugio antiaereo e locali segreti, destinati a custodire armi, munizioni, pezzi di artiglieria e perfino mezzi corazzati.

L'Artiglieria forniva supporto logistico a tutti i reparti che approdavano in Sardegna per esercitazioni. Li riforniva di armi e munizioni che arrivavano direttamente dalle fabbriche. Qui venivano custodite, consegnate ai reparti, anche controllate, riparate e verniciate, come pure distrutte. Negli anni d'oro lavoravano in tanti: 200 negli anni Quaranta, 500 negli anni Ottanta. Personale ritenuto qualificato tanto che il ministero della Difesa acquistava materiali prodotti o assemblati a Nuoro. L'Artiglieria era al tempo una realtà di tutto rispetto anche dal punto di vista economico.

Ora si volta pagina. La nuova fase contempla un progetto di riqualificazione urbana e sociale che darà una nuova fisionomia al complesso combinando sport, ambiente e cultura. Dodici milioni di euro già pronti, altri da attingere dal Piano delle periferie. Lavori attesi nel 2021. Se tutto va bene, nel 2024 si vedrà il nuovo volto del complesso. "Realizzeremo l'agorà di Nuoro", annuncia il progettista Francesco Licheri. Obiettivo fare dell'ex Artiglieria un luogo di coesione e aggregazione sociale aprendo il complesso alle aree vicine, come il Quadrivio e l'ospedale Zonchello, e superando la storica divisione simboleggiata dal muro di cinta in modo che tra viali ed edifici restaurati i nuoresi di ogni età possano sentirsi finalmente a casa.

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