Scende sotto l'1 l'Rt medio italiano, con la situazione in miglioramento in tutte le Regioni. Di pochissimo sotto l'1 anche l'indice di contagio sardo: secondo i dati del monitoraggio della Cabina di regia l'Isola, con 0,95 (la settimana scorsa era a 0,99), rischia ancora il passaggio all'arancione.

Bisogna attendere tutti i dati per capire se il ministro Speranza firmerà un'ordinanza in tal senso. L'Isola è a rischio alto ma con indice di trasmissibilità inferiore a 1, secondo i parametri più restrittivi dell'ultimo Dpcm potrebbe finire in area arancione.

Ovvero: bar e ristoranti chiusi h24 - consentiti solo asporto e domicilio - e divieto di spostamento tra i comuni. Ci si potrà spostare solo dai comuni con meno di 5mila abitanti in un raggio di 30 chilometri e comunque non verso i capoluoghi di provincia.

IL MONITORAGGIO - Nel periodo 30 dicembre - 12 gennaio l'indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,85-1,11), la scorsa settimana era di 1,09, evidenzia il monitoraggio. Torna dunque a scendere dopo cinque settimane consecutive in aumento.

Si osserva una "diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SarsCov2 ma in un contesto in cui l'impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni e Province Autonome", si legge nella bozza.

Sono quattro le Regioni con una classificazione di rischio alto (erano 11 la scorsa settimana): si tratta di Sardegna, Sicilia, Umbria e Bolzano (queste ultime due da tre settimane, per cui si consiglia di adottare "misure specifiche a livello provinciale e regionale", anche se l'Umbria è già arancione e la Provincia di Bolzano rossa). Undici le Regioni a rischio moderato (di cui 5 con rischio di progressione a rischio alto), sei quelle con rischio basso.

Sicilia e Puglia le uniche Regioni con un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore.

LE ALTRE REGIONI - Dovrebbero restare in zona gialla Campania, Toscana, Basilicata, Molise, Provincia di Trento. Conferma dell'arancione per Abruzzo, Calabria, Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle d'Aosta e Veneto. E conferma del rosso per Provincia di Bolzano e Sicilia. Per legge devono restarvi per almeno due settimane. Possibile ritorno in arancione della Lombardia. Lo ha detto il governatore Attilio Fontana: "Dai rumors che ci arrivano la Lombardia entrerà in zona arancione", ha detto.

Alla base di questa decisione (la Lombardia è zona rossa solo da domenica e le misure dovrebbero restare in vigore per almeno due settimane) un errore nel calcolo dell'indice Rt della scorsa settimana. Errore dovuto, precisano dal ministero, a dati sbagliati inviati dalla Regione.

L'INCIDENZA - "Si osserva - scrive la Cabina di regia - una lieve diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni, cioè 339,24 casi per 100mila abitanti tra il 4 e il 17 gennaio contro i 368 dal 28 dicembre al 10 gennaio".

Comunque sia "l’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100mila n sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate".

Nonostante i dati più confortanti dunque, "l'epidemia resta in una fase delicata, ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale".

GLI OSPEDALI - Sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica del 30%.

Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12/01/2021) a 2.487 (19/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 23.712 (12/01/2021) a 22.699 (19/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale, si legge nel monitoraggio, "sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive".

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L'Rt puntuale Regione per Regione:

Abruzzo 1.05

Basilicata 1.12

Calabria 1.02

Campania 0.76

E-R 0.97

FVG 0.88

Lazio 0.94

Liguria 0.99

Lombardia 0.82

Marche 0.98

Molise 1.38

Piemonte 1.04

PA Bolzano 1.03

PA Trento 0.9

Puglia 1.08

Sardegna 0.95

Sicilia 1.27

Toscana 0.98

Umbria 1.05

Valle d'Aosta 1.12

Veneto 0.81

(Unioneonline/L)
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