Ora il Pd cercherà come sempre di ricucire gli strappi, per creare un centrosinistra vincente ai ballottaggi.

Ma non c'è dubbio che, nel primo turno delle amministrative sarde, siano stati proprio i democratici a pagare il prezzo più alto delle divisioni nel loro campo. Il partito resta fuori dalle due sfide più importanti che si svolgeranno l'8 e il 9 novembre: quelle di Nuoro e Quartu. In entrambi i duelli il centrosinistra sarà rappresentato da degli outsider, per quanto di peso: il sindaco uscente Andrea Soddu nel capoluogo barbaricino, l'ex primo cittadino Graziano Milia nell'altro caso.

Personaggi così affini al Pd da averne fatto parte dalla nascita (Milia) o essersi candidati sotto il suo simbolo alle Europee (Soddu): ma stavolta a capo di coalizioni di impronta civica, che hanno battuto con grande distacco i candidati ufficiali scelti dai Dem, Carlo Prevosto a Nuoro e Francesco Piludu a Quartu. A scrutinio ancora in corso, il segretario regionale del Pd Emanuele Cani ha detto subito di voler guardare, in vista dei ballottaggi, "ai candidati più vicini a noi", facendo ipotizzare un sostegno a Soddu e Milia. Prevosto si è espresso sulla stessa linea.

Ma quanto questo si tradurrà in una mobilitazione convinta dell'elettorato democratico, dipenderà dalla quantità di scorie lasciate dagli attriti della campagna elettorale. Del resto solo un centrosinistra ricompattato può sperare di rimontare a Quartu, dove il sardista Christian Stevelli ha prevalso al primo turno con circa 8 punti di margine. Motivo di soddisfazione per il governatore Christian Solinas, primo sponsor di questa candidatura, e per tutto il centrodestra regionale, che con Alessandro Pantaleo partirà in netto vantaggio anche a Porto Torres, il terzo e ultimo Comune che va al ballottaggio. In questo caso la sfida sarà col candidato sostenuto anche dal Pd, Massimo Mulas. Più complicata la partita di Pietro Sanna a Nuoro, ma già essere arrivati a pochi punti da Soddu è un buon risultato.

E soprattutto il centrodestra può festeggiare perché si riconferma con facilità irrisoria a Sestu, dove Paola Secci viene votata praticamente da due elettori su tre. Il voto nei quattro centri con più di 15mila abitanti sembra dunque consolidare la maggioranza regionale che sostiene Christian Solinas (ma per le valutazioni più compiute bisogna aspettare il secondo turno), mentre le difficoltà delle forze politiche che si riconoscono nel governo Conte sono confermate dalla disfatta dei Cinquestelle.

I loro candidati vanno male dappertutto: Guido Sbandi a Quartu supera di poco il 3 per cento, Alessandro Murgia a Nuoro arriva al 6 ma è l'ultimo dei sette in corsa; ed è persino più preoccupante il 10 per cento di Sebastiano Sassu a Porto Torres (anche in questo caso ultimo, su quattro candidati), visto che il Comune è stato amministrato dal 2015 dal pentastellato Sean Wheeler. "È una sconfitta netta e dolorosa", ha ammesso a caldo il deputato Alberto Manca, uno dei "facilitatori" sardi del M5S: "Un segnale che conferma la necessità di accelerare il cambiamento nel nostro Movimento".
© Riproduzione riservata