Città millenaria, pettinata dal vento, rocciosa, fortificata, cinta, abbracciata, baciata, un dentro e fuori, un vai e vieni, un sopra e sotto, così sospesa, una sorpresa, sfrontata, tutta ocra, dorata, petrosa, religiosa e aulente di petalo di rosa, Cagliari domani va a votare. Uno dei luoghi più belli e vibranti del Mediterraneo.

Il programma del sindaco, chiunque esso sia, è dettato da questa città, non occorre inventarsi niente, è Cagliari che parla da sola, bisogna "curarla". Questa splendida città stato ha bisogno di un’attenzione dal tempo lungo, costanza e fermezza di carattere. È la differenza che passa tra la spesa e l’investimento.

Cagliari ha bisogno di investimenti. Viviamo tempi veloci, le amministrazioni cercano regolarmente di bruciare le tappe. E finiscono per bruciarsi. È il classico caso del rischio preso senza avere un piano, che più o meno è come andare a giocare a scacchi con Bobby Fischer e Boris Spassky avendo fatto il torneo della Pro Loco. Domanda: c’è un piano per Cagliari? La campagna elettorale è stata breve, i candidati hanno dovuto fare i conti con un tempo compresso, con le leggi inesorabili della politica.

Noi qui all’Unione Sarda abbiamo due o tre idee, un blueprint di governo per fare un viaggio sicuro nel futuro. Fin dalla prima riga ho messo in evidenza la bellezza unica, la singolarità di Cagliari. Questo significa che la città non ha bisogno di orpelli, deve splendere della propria luce.

Traduzione: pulizia e decoro urbano devono essere al massimo livello di efficienza. Il sindaco deve lavorare pancia a terra su questo punto. Non è solo una questione di "aliga", di raccolta differenziata (da studiare bene), di spazzatura, c'è un tema di architettura, arredo, manutenzione, riqualificazione urbana, regolamento comunale, controlli e ordine pubblico.

Fin qui, siamo alla quotidianità. E gli investimenti? La magnifica Karalis con il suo Castello è fusa in corpo unico con il sapere, la conoscenza, il domani. Questo patrimonio è sedimentato, è un fiume carsico che poi emerge. L'Università di Cagliari esiste dal 1620, la sua avventura cominciò con gli studi di Teologia, Leggi, Medicina, Filosofia e Arti. È da qui che si parte. La ricerca e il sapere sono ieri, oggi e domani di Cagliari.

Dite che stiamo volando troppo alto? Bene, andiamo in picchiata, come falchi. Numeri: l'Università di Cagliari ha 24.750 iscritti, 37 corsi di laurea triennali, 34 corsi magistrali, 6 corsi a ciclo unico, 30 scuole di specializzazione, 15 corsi di dottorato, 12 master attivi. Come si traduce tutto questo? Un immenso tesoro. Risorse materiali e soprattuto capitale umano.

Va creato un sistema. È questo il dovere della politica. L'abbiamo scritto per la Regione (e non pare che abbiano letto e compreso bene) e lo ripetiamo a beneficio del prossimo primo cittadino di Cagliari: si metta a disposizione delle istituzioni culturali, faccia lavorare l'università, faccia girare non le chiacchiere ma i neuroni.

Cagliari è una portaerei sul Mediterraneo, ha un'occasione donata dal tempo, dalla storia. Una tela di straordinarie relazioni commerciali e industriali da cogliere. È questo il capitolo degli investimenti. Visione e internazionalizzazione. Pensare in grande. Ricordandosi che si è piccoli e bisogna saper crescere.

Costruire un porto canale con enormi ambizioni in una regione con un'industria manifatturiera da reinventare, che non ha container pieni di merci da spedire oltre i suoi confini, in presenza di una competizione internazionale intensa e spietata nel settore dei porti e della logistica, è l'esempio concreto di un tragico errore di politica industriale.

Cagliari di cosa ha bisogno? Di attrarre investimenti per la manifattura, l'agricoltura e l'industria digitale, quest'ultima può trainare tutto il resto, perché è il cuore della trasformazione contemporanea. La città ha le carte in regola, condizioni ambientali eccezionali, di grande vantaggio, un mondo aperto. Sono settori che vanno insieme e si accompagnano a una sola parola: ricerca. Come vedete, si torna inesorabilmente là, alla conoscenza. Si vota per il sapere, il vero potere.

Mario Sechi

Direttore di "List"
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