Cresce la West Nile, in Italia e in altri Paesi dell'Europa centro - meridionale, dove "è stato registrato un aumento della circolazione del virus".

Parola del ministero della Salute. Solo in Italia l'infezione ha provocato 595 casi umani, di cui 238 si sono manifestati nella forma neuro - invasiva.

E di questi 238 solo uno è importato, gli altri 237 sono tutti autoctoni e distribuiti in sei regioni italiane. Tra cui c'è la nostra. Le sei regioni più a rischio sono la Sardegna appunto, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia. Eccezion fatta per l'Isola, tutte regioni del Nord.

"Analogamente a quanto registrato nelle persone, nel corso del 2018 - fa sapere ancora il ministero - si è rilevato un aumento della circolazione del virus West Nile anche in zanzare, uccelli e cavalli in nove regioni italiane. Sono le sei citate sopra, Sardegna compresa, più Lazio, Basilicata e Puglia.

Il virus viene trasmesso da zanzare che vivono sia in ambiente rurale che urbano, hanno abitudini crepuscolari e nelle ore diurne soggiornano in zone riparate e fresche. Fuggono dal sole, insomma.

Il ministero della Salute, alla luce di questi dati ha emanato un piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta al virus.

Per ridurre il rischio di diffusione, precisa il ministero bisogna mettere in opera azioni di controllo dei vettori, azioni di informazione per prevenire le punture di zanzare, soprattutto alle persone più a rischio come anziani, gente con disordini immunitari o con patologie croniche. Quanto al risanamento ambientale, il ministero consiglia "manutenzione delle aree verdi pubbliche, pulizia delle aree abbandonate, eliminazione dei rifiuti per evitare la presenza di contenitori contenenti acqua, e il drenaggio, la canalizzazione, asportazione o chiusura dei recipienti.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata