Soltanto due mesi fa Revolut, società britannica di tecnologia finanziaria con oltre 2.000 dipendenti, annunciava il passaggio permanente al lavoro flessibile, rincuorata da risultati aziendali per nulla inficiati dall’inevitabile adozione dello smart working nei mesi di lockdown totale.

Oggi un altro passo avanti verso la flessibilità e il lavoro agile con la possibilità di lavorare dall’estero fino a 60 giorni in un anno. In questo modo, una volta che saranno definitivamente allentate le restrizioni ai viaggi, i dipendenti di Revolut potranno incontrare le proprie famiglie più spesso e più a lungo. D’altronde, l’input era giunto proprio dagli stessi lavoratori con l’azienda che, ancora una volta, non si è fatta pregare.

Infatti, anche in occasione del passaggio al lavoro flessibile permanente, erano stati gli stessi dipendenti ad esprimersi attraverso un sondaggio interno da cui scaturiva una netta preferenza per lo smart working, con il 98% che aveva dichiarato di essersi adattato benissimo nei mesi di lockdown e il 60% che aveva riscontrato un netto miglioramento della sfera lavorativa e privata.

Anche l’azienda avrebbe giovato di questo cambiamento imposto dai tempi. Infatti, proprio nell’anno della pandemia, Revolut ha esordito in tre nuovi grandi mercati (Stati Uniti, Australia e Giappone) mentre vedeva crescere il numero dei propri utenti che, in appena 10 mesi, sono passati da 10 a oltre 13 milioni.

(Unioneonline)
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