Nel Dl Semplificazioni il governo ha inserito una misura che vieta ai sindaci di introdurre limitazioni sul 5G.

All'articolo 38 si legge testuale: "I sindaci non potranno introdurre limitazioni alla localizzazione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualunque tipologia e non potranno fissare limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato".

Una norma destinata a far discutere, in Italia e in Sardegna. Una teoria che circola tra i complottisti lega al 5G addirittura l'epidemia di coronavirus in corso. Ma pur senza scomodare queste bizzarre teorie, diversi movimenti ambientalisti e anche molti sindaci hanno dubbi sul 5G e sui suoi potenziali effetti.

Anche nell'Isola. I tre dei piccoli centri sardi scenti dall'Agcom come laboratorio per la sperimentazione della tecnologia in Sardegna hanno detto no. Parliamo dei primi cittadini di Noragugume, Pompu e Segariu: "Nessuna autorizzazione prima di capire gli effetti di questa nuova tecnologia sulla salute dei cittadini". Principio di precauzione.

Quarta città scelta nell'Isola è Cagliari, da Truzzu era arrivato un "ni". "Vedremo - aveva detto un mese fa -, adesso ci sono tematiche più urgenti", mentre in città è già nato un Comitato "No5G".

Altri comuni sardi che hanno dato un no preventivo all'installazione di antenne 5G (pur non essendo stati scelti dall'Agcom per la sperimentazione) sono Senorbì, Sennori e Porto Torres.

(Unioneonline/L)
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