La lista dei pagamenti è infinita: Iva, Irpef, Ires, Irap e Inps sono solo le voci principali del calendario delle scadenze fiscali che lunedì prossimo vedrà un ingorgo di obblighi senza precedenti.

Per colpa dei tanti rinvii dettati dall'emergenza Covid-19, e il loro accavallamento con le scadenze ordinarie, il 20 luglio si rivelerà così un giorno da bollino rosso per contribuenti e commercialisti. Questi ultimi soprattutto sono reduci da settimane di intenso lavoro proprio a causa della crisi sanitaria che ha moltiplicato bonus, sussidi e opportunità fiscali a beneficio di famiglie imprese. Un sovraccarico di responsabilità che non a caso ha spinto l'ordine nazionale a lanciare un appello al Governo affinché proroghi i termini dei pagamenti al prossimo 30 settembre.

Ingorgo

«Il rinvio è più che mai necessario - conferma Pierpaolo Sanna, presidente dell'Ordine dei commercialisti cagliaritani - lunedì prossimo si concentreranno infatti troppi adempimenti in una sola volta perché li si possa rispettare tutti. Penso per esempio alle imprese dei settori più colpiti dalla crisi, come quelli turistico-ricettivi, di nuovo al lavoro dopo mesi di chiusura e presumibilmente ancora con poche risorse per poter onorare i debiti con il Fisco. Qualche settimana di tempo in più, quindi, permetterebbe loro di rimettersi in carreggiata e incassare il denaro necessario da versare successivamente in tasse».

Tax day

L'incubo "Tax day", tuttavia, non rovinerà solo le notti degli imprenditori: in ballo ci saranno decine di migliaia di contribuenti sardi, chiamati a versare acconti e saldi di Irpef, Ires, Irap, contributi previdenziali, cedolare secca per gli affitti, l'acconto del 20% sui redditi a tassazione separata o, tanto per citare uno degli obblighi meno conosciuti, il versamento dei diritti camerali. «In un contesto emergenziale non si può pretendere dai contribuenti di ritornare alla normalità da un giorno all'altro - conclude Sanna -, venire incontro alle esigenze dei cittadini non solo darebbe loro ossigeno, ma eviterebbe la possibilità che molti siano obbligati a non onorare le pendenze fiscali per mancanza di risorse».

Luca Mascia

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