Se il buongiorno si vede dal mattino, la Fase 3 dei trasporti pubblici a Cagliari sarà meglio iniziarla di pomeriggio. Il sistema è decisamente entrato in crisi, considerati i problemi sorti nella Fase 2, cioè quella con alcune aperture di aziende e negozi in più. È andata male, e non poteva che essere così per molte ragioni, ma nessuno si preoccupi: può andare assai peggio, dal 18 maggio e nei mesi a venire, quando ulteriori categorie di lavoratori e imprenditori avranno la possibilità di riprendere l'attività e per spostarsi, anche da un Comune all'altro, non sarà più richiesta l'autocertificazione. Inevitabilmente, crescerà la richiesta di trasporto pubblico, che metterà in crisi Ctm, Arst e MetroCagliari.

Detto che la Fase 2 della mascherina obbligatoria e della limitazione dei posti a bordo per mantenere le distanze tra passeggeri non è stata incoraggiante - tanto per fare un esempio, i passeggeri si sono sempre seduti preferibilmente sui sedili contrassegnati con l'adesivo rosso, cioè quelli che dovevano essere lasciati liberi, e non utilizzava quelli senza adesivi che invece erano destinati ai passeggeri -, la preoccupazione che i problemi saranno tanti e difficilmente risolvibili non è campata in aria.

La direttrice Cagliari-Quartu, per quanto riguarda i mezzi del Ctm, ha lasciato a terra molti pendolari nella Fase 2: la Regione non aveva autorizzato il Consorzio trasporti e mobilità ad aumentare il numero dei mezzi in servizio, fissato al 60 per cento rispetto all'anno scorso. La distanza obbligatoria di almeno un metro tra i passeggeri, inoltre, ha massicciamente ridotto i posti. Risultato: bus semivuoti che partivano già "pieni" dal capolinea e che quindi non accoglievano a bordo nessuno fra chi attendeva alle fermate successive, fino a quando non c'era qualcuno che scendeva.

Il Ctm ci ha messo una toppa deviando altri autobus sui percorsi più battuti, non risolvendo ma comunque riducendo i problemi, poi ha ridisegnato l'intera offerta delle proprie linee accorciando la giornata di alcune ore. Così, taglia qua taglia là, per le ore di punta è riuscito, con operazioni quasi da ingegneria, a ridurre notevolmente il numero di passeggeri che vedevano sfilare due o tre bus sui quali non riuscivano a salire. Problema ridotto, ma non certo risolto: i mezzi non possono bastare, con l'obbligo della distanza di un metro fra le persone.

E mentre la Regione ancora non ha comunicato che ne sarà del trasporto pubblico cagliaritano (e dei dintorni), il quasi "liberi tutti" del 18 maggio è pronto a mettere in ginocchio un sistema che si basa su mezzi semivuoti, e che quindi non possono bastare. Lo sa il Ctm, ma lo sa anche l'Arst (per quanto graziata dalle scuole chiuse, e quindi non più alle prese con gli studenti) sia per quanto riguarda MetroCagliari sia per le corriere. Serviranno molti più mezzi per trasportare molti meno passeggeri: non è soltanto antieconomico, ma anche difficilissimo. Dosare le forze in campo richiederà calcoli e correttivi, entrambi infiniti.

Il Ctm ha ridisegnato frequenze e numero di mezzi di ciascuna linea, privilegiando quelle più in crisi e sacrificando ulteriormente quelle che ancora reggevano, perlomeno in certe fasce orarie. È servito un lungo monitoraggio da parte di autisti e controllori rimasti senza mezzi (proprio per la riduzione al 60 per cento imposta dalla Regione), per migliorare un po' la situazione e le attese alle fermate. Ma con costi importanti.

«Il Ctm per vent'anni ha chiuso il bilancio in utile ed è considerato un'eccellenza del trasporto pubblico in Italia e in Europa», premette il suo presidente Roberto Porrà, «ma la pandemia ha portato una grave crisi del settore a livello nazionale». Inevitabile la cassa integrazione, gravi i danni economici durante la Fase 1, quando i passeggeri si erano ridotti del 90 per cento «ma l'azienda ha continuato a sostenere tutte le spese», aggiunge Porrà: «La grave incertezza del settore non ci fa dormire sonni tranquilli: al di là delle decisioni che attendiamo dalla Commissione europea, è necessario che ci sia concesso di offrire un servizio al cento per cento e che Ctm torni agli standard ai quali i nostri passeggeri sono abituati».

Il presidente dell'azienda di trasporto ricorda che «il Ctm ha fatto tutto ciò che gli è stato richiesto dalle normative, comprese le sanificazioni dei mezzi. «Inoltre, curiamo la manutenzione dei filtri dell'aria condizionata. Il 18 maggio porta riaperture di attività, la temperatura della primavera cagliaritana induce a uscire e a raggiunge il mare. «Normalmente, il Ctm dai primi di giugno forniva un servizio estivo che temeva conto delle linee che collegano con il Poetto, come la 3P e la Poetto Express. Al momento non possiamo programmare alcun servizio», precisa Porrà. A settembre, se si deciderà di riaprire le scuole, la situazione è destinata ad aggravarsi: è assai probabile che - anche nella migliore delle ipotesi sulla diffusione del coronavirus - i distanziamenti saranno ancora in vigore e quindi i mezzi di trasporto pubblico continueranno ad accogliere una piccola parte dei passeggeri che di solito trasportano.

Non va granché meglio per quanto riguarda la metropolitana leggera, che attraversa una parte di Cagliari e poi conduce a Monserrato e infine a Settimo San Pietro. «Durante la Fase 2», conferma Carlo Poledrini, direttore dell'Arst (cui fa capo MetroCagliari), «abbiamo avuto problemi di capienza già alla partenza dei convogli da Settimo. Nelle carrozze possono salire normalmente 120 viaggiatori, ma le norme anti Covid-19 hanno ridotto il numero a 24, massimo 26 persone nell'intero treno». Cifre che, oltre che antieconomiche per la stessa Arst, sono ridicole perfino in un periodo in cui molte persone non lavorano perché le attività in cui prestano servizio sono chiuse. «Già a Dolianova, dove passa il treno delle ex Complementari, e poi anche a Settimo dove parte la metropolitana abbiamo inviato pullman da utilizzare a seconda della situazione: quando si raggiunge il limite di capienza di un convoglio», spiega Poledrini, «chi non riesce a salire a bordo è dirottato sui pullman». A Cagliari si giungeva abbastanza in fretta nel periodo delle chiusure, ma non sarà così quando tutto riaprirà, bar e ristoranti compresi: molte persone, proprio a causa del limite estremamente severo di capienza dei mezzi pubblici per evitare i contagi, saranno costrette a spostarsi con le proprie auto. «Per ora abbiamo rimodulato il servizio di MetroCagliari concentrando le corse nelle ore di punta», aggiunge il direttore Poledrini, ma difficilmente basterà in Fase 3. Rinforzi di mezzi anche per quanto riguarda il ramo Arst: «Le difficoltà in Fase 2 sono state sulle direttrici per Capoterra, Pula, Sinnai e Maracalagonis, dove abbiamo aggiunto bus, e due volte al giorno facciamo un briefing per risolvere i problemi che si presentano», chiude Poledrini.

Se tutto andrà bene, a settembre l'emergenza Covid-19 sarà comunque ancora attuale, quindi mezzi pubblici ancora con capienza ridotta. Con la differenza che i ragazzi torneranno a scuola.

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