Due giorni di sciopero per i dipendenti Tirrenia contro la riorganizzazione annunciata dalla compagnia di navigazione che prevede la chiusura delle sedi amministrative di Cagliari e Napoli.

Il primo è previsto domani, quando si fermeranno i lavoratori che aderiscono al sindacato Usb.

I dipendenti parteciperanno a un presidio davanti al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, a Roma.

I lavoratori, ricorda l'Usb Trasporti, "da oltre un mese sono impegnati nella vertenza che li oppone alla proprietà (Onorato armatori) per contrastare il progetto di cancellare la Tirrenia dal panorama imprenditoriale della città di Napoli".

"Siamo all'ultimo atto di una scellerata privatizzazione che - ha fatto sapere il sindacato- ha trasformato la Tirrenia nel finanziatore dei debiti del gruppo Onorato che tenta di appianare le sue problematiche di bilancio anche

attraverso la vendita ed il noleggio di proprie unità alla stessa Tirrenia".

"Tali operazioni si auspica vengano attentamente valutate dagli organi competenti soprattutto nel rispetto del diritto dei lavoratori e del territorio campano. La politica - ha reso noto ancora l'Usb Trasporti- dovrà occuparsi della vertenza Tirrenia e pretendere il rispetto delle regole poste a tutela del singolo e della collettività, anche e soprattutto alla luce della circostanza che le attività oggi in essere sono il frutto di sovvenzioni statali che non possono essere poste nel nulla, a danno della stessa collettività che ne ha

sopportato il costo per la quale tali sovvenzioni sono state erogate".

Un secondo giorno di agitazione è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil che hanno proclamato una sciopero nazionale per giovedì 13 marzo.

"La società Tirrenia/CIN - scrivono i sindacati ha confermato la volontà di procedere con il processo di riorganizzazione, anticipato alle OO.SS. il 19 dicembre 2019 e, formalizzato alle stesse il 16 gennaio 2020 via email che prevede, intanto, la immediata chiusura delle sedi operative/amministrative di Napoli e di Cagliari". Secondo Cgil, Cisl e Uil "tale posizione, che non trova alcun elemento di giustificazione, appare pretestuoso e provocatorio, oltre a essere finalizzato a scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori, gli effetti di una gestione discutibile".

(Unioneonline/F)
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