Abbiamo aperto le nostre case e accolto lo straniero. Per la verità, all'inizio senza crederci tantissimo. Poi abbiamo cominciato a contare i soldi: i nostri e quelli degli altri, cioè dei "pionieri" della ricettività del Bed and breakfast (letteralmente: letto e colazione) prima nelle zone ad altissima vocazione turistica della Sardegna, poi un po' dappertutto, e alla fine molti altri sardi si sono riconvertiti alla ricettività a casa propria.

Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e abbiamo imparato molte cose, mentre per altre talvolta siamo rimasti un po' zoticoni, ma alla fine l'extralberghiero (B&B e locazioni brevi turistiche) è diventato una voce importante del fatturato dell'industria delle vacanze in Sardegna e i dati lo dimostrano. Premesso che, nel linguaggio tecnico del turismo, una "presenza" è ciascuna notte trascorsa da un singolo visitatore che arriva nell'Isola per visitarla (dunque, se si trattiene per una settimana, sono sette presenze), nell'agosto del 2017 ce ne sono state 1,9 milioni, nello stesso mese del 2018 sono aumentate a 2,5 milioni per poi toccare quota 3,9 milioni nell'agosto di quest'anno. Il bello è che questi sono i dati dei principali portali (Booking.com e Airbnb), quindi i clienti che contattano direttamente la struttura o arrivano attraverso altri portali sfuggono al conteggio.

Dopo l'improvvisazione, seguita dalla fase 2.0 (maggiore esperienza e cordialità), la sfida è ora rinnovata per via della professionalità maggiore che i turisti (ma non soltanto loro, perché anche la clientela business per risparmiare o per scelta "poetica" spesso sceglie il B&B) richiedono ai sardi che mettono a disposizione una o più stanze della propria casa ai visitatori.

Per quanto riguarda Cagliari, si sono fatti passi da gigante: ottimo risultato, ma ce ne sono altri da compiere. «Occorrono maggiore formazione e informazione», spiega Maurizio Battelli, presidente di "Extra". È un'associazione (settecento soci, quasi tutti in Sardegna) che raggruppa molti proprietari di Bed and breakfast e case vacanze (o case in centro affittate "a giornate" ai turisti con la formula della locazione breve) che, di fatto, sta diventando la guida degli operatori, spesso singoli o famiglie, del settore. Basti pensare che proprio la rassegna "Extra", organizzata di recente alla Fiera di Cagliari, ha fatto il pieno di visitatori malgrado un biglietto d'ingresso non popolarissimo: 33 euro. Ma lì dentro, in quel padiglione, c'erano tutti gli attori più importanti del sistema: Booking, Airbnb, Expedia e altri, oltre che appuntamenti di formazione.

Sì, perché da soli abbiamo fatto molto, trasformando una o più stanze di casa nostra in strutture turistiche, ma senza una guida esperta - cioè, una formazione adeguata - è difficile compiere i passi ulteriori per ottenere voti alti nei portali di promo prenotazione. È proprio di questo, che "Extra" è un fornitore: occorre formazione anche per capire come organizzarsi sotto diversi fronti, considerato che la Regione non facilita i B&B forse nell'intento di impedire loro di essere una concorrenza troppo pesante per gli hotel.

Il giardino di un b&b
Il giardino di un b&b
Il giardino di un b&b

La normativa-quadro nazionale delega molte decisioni alle singole Regioni, a partire dal numero di stanze, che in Sardegna possono essere al massimo tre. In Sicilia ne sono consentite cinque, per un massimo di venti posti letto. Poi c'è un altro fatto importante: nella nostra isola i B&B sono "integrazioni del reddito familiare", quindi i suoi ricavi incidono direttamente sull'Irpef del titolare (il quale, se ha un buon reddito, sarà già di per sé in uno scaglione alto dell'Irpef che sarà applicato anche ai ricavi del suo B&B) e non si può scaricare nessuna spesa: nemmeno i soldi spesi per servire la colazione agli ospiti, che è obbligatoria. Si potrebbe ovviare aprendo una Partita Iva, che consentirebbe di pagare meno tasse e di scaricare le spese, ma la Regione in Sardegna non lo consente: in altre parti d'Italia, invece, si può. «Per questo motivo», spiega Battelli, presidente di "Extra", «i titolari di B&B che lavorano molto, potrebbero prendere in considerazione l'ipotesi di trasformarsi in affittacamere, cioè in una piccola ditta e quindi abilitata ad aprire una Partita Iva: pagherebbero meno tasse e scaricherebbero le spese». Peraltro, cadrebbe l'obbligo di servire la colazione, «che però», ammonisce Battelli, «è il punto forte di un B&B: la mattina si ha il contatto con il padrone di casa, che s'improvvisa guida turistica, risolutore di problemi e autore di prenotazioni per locali o escursioni».

In realtà, non sempre è così: troppi Bed and breakfast consegnano un "buono colazione" da spendere in un bar della zona: non si può fare per legge, inoltre si sottrae agli ospiti il contatto col padrone di casa, che in fin dei conti è uno dei valori aggiunti di una struttura ricettiva domestica e familiare.

Certo, per dare consigli ai turisti bisogna comunicare nella stessa lingua: «Questo è uno dei principali limiti del B&B sardi», sospira Battelli, «troppi titolari non conoscono nemmeno una parola in inglese. Ma se si ha buona volontà, si può frequentare un corso d'inglese mirato proprio ai titolari di strutture ricettive che numerose scuole di lingue organizzano». Altrimenti, si è condannati a capirsi "a gesti", cosa che i clienti di un B&B non gradiscono proprio perché cercano il contatto con il titolare.

Chi ha un B&B sbaglia ancora, sbaglia troppo: verso se stesso e verso gli ospiti. «Per quanto riguarda gli errori di conduzione», ammonisce Battelli, «non tutti hanno percepito il valore di Cagliari: bella, buon clima, vivibile, ottimi mezzi pubblici, si mangia bene e ha il mare. Purché si capisca che il mare non è l'unica cosa, ma una delle cose che la città offre. Ai turisti piace anche una camera in un quartiere storico dalla quale si vede il mare, non per forza stare sulla spiaggia. Invece noi, sulle terrazze, ci mettiamo antenne e serbatoi azzurri. I clienti amano andare al mercato, e San Benedetto è una fantastica attrattiva che meriterebbe anche qualche ristorantino interno».

Secondo l'esperienza di Battelli nel panorama dei B&B cagliaritani, «i loro titolari non sanno su quale fortuna sono seduti. I prezzi spesso sono troppo bassi, e in molti casi i titolari non sono in grado di capire a fine anno se hanno guadagnato qualcosa con la loro attività. Le guerre dei prezzi uccidono chi le fa e la concorrenza: meglio una competizione al rialzo, perché almeno si è sicuri che, quando si è ospitato, si sono guadagnati soldi al netto delle tasse. Inoltre», aggiunge il presidente di "Extra", «una delle fonti di stress dell'ospite è l'orario di arrivo: se è in ritardo, entra in fibrillazione e con lui il padrone di casa, che non può uscire da casa. Ecco perché i sistemi automatizzati di self check-in sono importanti: all'ospite si comunica una cifra segreta da digitare su un tastierino che gli consente di entrare all'orario che vuole, e poi ci si accorda per l'incontro. Peraltro, evita il problema delle chiavi smarrite dall'ospite».

Tecnologia, dunque. Ad esempio, «è indispensabile per gli stranieri il wifi, inoltre non basta essere presenti su Facebook e Instagram. Bisogna avere il proprio sito Internet, perché tanti ospiti cercano con Google la destinazione e perché consente la disintermediazione: si possono avere ospiti senza versare parte del ricavato a Booking, Airbnb e gli altri. Ovviamente, un B&B che non lavora tantissimo farebbe bene a essere anche su Booking e Airbnb, se il titolare poi non fa confusione con le prenotazioni. Sui social network, però, la semplice presenza non porta nulla», aggiunge Battelli, «a meno che non si spenda qualche euro in promozione: ad esempio, nei periodi morti si fa una campagna su Facebook o Instagram incentrata, per dire, sulla zona di Olbia per provare a intercettare chi, da lì, vuole trascorrere un paio di giorni a Cagliari». E poi, non è vero che l'occhio vuole la sua parte: «In realtà vuole la parte più grande, quindi sul proprio sito e sui social network dobbiamo inserire belle foto: vale la pena pagare un professionista, se non ne siamo capaci. Ma soprattutto», conclude Battelli, «non svendete le vostre stanze: tenete i prezzi a livelli che vi facciano dire che ne vale la pena ». Altrimenti, invece che agli altri B&B, la concorrenza si fa alla Caritas.
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