Le famiglie sarde spenderanno circa 378 milioni di euro per portare sulla tavola di Natale e capodanno i prodotti alimentari e le bevande.

Sono i dati di Confartigianato Sardegna inseriti nel report sulla "food economy" dell'Isola.

E insieme arriva anche l'invito del presidente Antonio Matzutzi: "Consumate sardo e state attenti agli abusivi: sono dannosi per l’economia e la salute".

Tra i prodotti figurano pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande per un settore, quello dell’agroalimentare, rappresentato in Sardegna da 3.579 imprese artigiane che danno lavoro a 5.733 addetti, con un’offerta enogastronomica di 8 prodotti DOP, IGP e STG, 205 quelli "tradizionali", e una capacità export di circa 200 milioni di euro.

"I nostri artigiani del gusto utilizzano materie prime sarde e metodi di produzione tipici che evidenziano il legame con il territorio regionale – commenta Matzutzi – la genuinità di queste specialità fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del food regionale nel mondo. Per questo, i prodotti e le imprese della nostra tradizione alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi ancora di più".

A livello provinciale si stima una spesa delle famiglie di prodotti alimentari e bevande di 116 milioni di euro di acquisti nel Nord Sardegna (46 di prodotti artigiani), 101 a Cagliari (40 artigiani), 78 nel Sud Sardegna (31 dall’artigianato), 47 a Nuoro (19 artigiani) e 36 a Oristano (14).

Mentre le eccellenze del food "made in Sardegna", ossia quelle garantite dai marchi europei DOP e IGP, sono 8: l’Agnello di Sardegna, il Carciofo spinoso di Sardegna, il Fiore Sardo, il Pecorino Romano e quello Sardo, l’Olio Extra Vergine di Sardegna e lo Zafferano di Sardegna e i Culurgionis d’Ogliastra.

(Unioneonline/s.s.)
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